CATANZARO - Con le primarie ormai prossime ad essere istituite per decreto, il confronto diviene ogni giorno che passa più aspro dentro i partiti. Ampio e variegato il lotto dei possibili concorrenti alla successione di Giuseppe Scopelliti. A cominciare dal suo stesso partito.
 
 
Tris Ncd. Nel Nuovo centrodestra sono almeno tre i nomi in ballo: della partita potrebbe essere l'attuale presidente facente funzioni Antonella Stasi, fedelissima dell'ex governatore. Non si esclude un possibile impegno anche di Gianpaolo Chiappetta, attuale capogruppo del partito di Alfano in consiglio regionale. La terza via porta a Tilde Minasi, subentrata in consiglio regionale dopo le elezioni politiche dello scorso anno al posto di Antonio Caridi. 
 
 
Bagarre Forza Italia. Dibattito rovente in Forza Italia. Nel partito di Berlusconi sarebbero almeno tre gli esponenti in corsa per le primarie. Sul fronte catanzarese, il nome che si continua a fare con una certa frequenza è quello di Wanda Ferro. Ma l'ultima visita di Raffaele Fittto in Calabria ha messo bene in evidenza pure le aspirazioni di un tutt'altro che rassegnato Pino Galati. A loro, quasi certamente si contrapporrà il gruppo di riferimento della coordinatrice regionale Jole Santelli, decisa a puntare su Roberto Occhiuto. E sempre da cosenza, non si esclude un possibile impegno di Giacomo Mancini. A sinistra, Sel, che continua a perdere pezzi, punterà su Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme. Tutto o quasi da definire invece in Fratelli d'Italia.
 
 
Work in progress. Nel Partito Democratico  Mario Oliverio, da mesi sulla breccia, sta incontrando non poche difficoltà per affermare la propria leadership. Gli altri possibili concorrenti, di area renziana, si sono al momento rimessi alla volontà del premier. Il prossimo 30 giugno si terrà l'assemblea regionale, che rischia di trasformarsi nell'ennesima resa dei conti. Il Papa nero potrebbe arrivare da ogni angolo della Calabria. Congelata l'ipotesi Rubettino, si punterebbe al magistrato Salvatore Boemi. Ma alla fine sarà Renzi a calare l'asso, quando le divergenze si faranno più marcate e le distanze sembreranno abissali, con ogni probabilità si chiederà al premier di mettere fine al gioco delle parti.