Le prime dichiarazione sull'esito del voto in Calabria da parte della candidata a presidente del centrosinistra: «Faremo un'opposizione seria»
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Amalia Bruni arriva nella sede del suo comitato elettorale a Lamezia Terme alle venti di sera, quando il vincitore di queste elezioni, Occhiuto, ha già ormai da tempo avviato i festeggiamenti per l’inizio di un nuovo percorso alla Cittadella regionale. Ma la neuro scienziata chiarisce subito, lei non si sente sconfitta ma “seconda arrivata”.
La leader della coalizione del centrosinistra parte con la sua disamina del voto dal forte dato che raccoglie l’astensionismo che commenta dicendo: «Non siamo riusciti a convincere chi non voleva votare né con le nostre proposte né nel tempo relativamente breve che abbiamo avuto».
A chi teme che messa da parte questa esperienza voglia accantonare la politica, la Bruni risponde serena: «Rimarrò in questa terra, non c’è da parte mia nessuna voglia di lasciare o mollare, continuerò a lavorare per ricucire il rapporto tra la politica e i territori». Torna poi sull’astensionismo, legando al Covid e agli effetti di una pandemia difficile da ritenere completamente conclusa, le urne semideserte: «Stiamo uscendo dal Covid e anche questo dato dell’astensionismo va letto all’ interno di una situazione non del tutto risolta, che al di là della preoccupazione del contagio, è la rappresentazione di una collettività che soffre e che sta male, che non è disponibile al pensiero politico perché ha la testa occupata da altre situazioni».
Ci sono poi dati inoppugnabili: «In Calabria l’astensionismo è storico e ci dice che bisogna lavorare con le persone, intercettare i bisogni. Io non mi sento sconfitta, ho trovato una squadra larga, bella, plurale, in cui ognuno “porta”, vedremo dai dati che cosa ogni lista porterà. Sono convinta che anche dall’opposizione si possa aiutare un processo di costruzione e ricostruzione».
De Magistris spina nel fianco? Non per la Bruni secondo la quale l’ex magistrato aveva assunto «delle posizioni che non sono state superate, rifiutava – ha spiegato - i partiti che per me sono fondamentali, rappresentano le istituzioni e il governo. L’anarchia di De Magistris non mi appartiene» ha chiarito.
Ma di prendere la tessera Bruni non ha intenzione: «Sono l’espressione di questa coalizione di centrosinistra e rimarrò tale. Il Pd ha avuto un’affermazione superiore a quella delle altre liste, ma è strutturato e ha una storia. Rimane che il cammino che porterò avanti è come coalizione».