Candidati che rispondano ad un’aspirazione di “discontinuità nel governo della cosa pubblica per l’affermazione di azioni politiche di sinistra condivise ed inclusive”, individuati in base a criteri di “territorialità, appartenenza, affidabilità, competenza e qualità”, prescindendo da “una selezione puramente nominalistica”.

 

Sono queste le linee guida del documento con il quale i fondatori e gli aderenti a Liberi e uguali di Vibo Valentia, indicano quale candidato unitario del Vibonese alle prossime elezioni politiche del 4 marzo il notaio e già candidato a sindaco Antonio Lo Schiavo.

 

Personalità che, secondo gli oltre 70 tra consiglieri comunali, amministratori locali, esponenti di organizzazioni sindacali, associazioni e società civile che hanno firmato il documento, incarna a pieno titolo la scelta ideale per “conseguire il miglior risultato possibile in regione”, tanto che i sottoscrittori propongono il leader vibonese di Mdp quale capolista per il collegio proporzionale Calabria Sud dal momento che, affermano, “in forza ai meccanismi della legge elettorale, tale scelta potrà realizzare un effetto moltiplicatore per il conseguimento del miglior risultato possibile”.

 

Un documento unitario, dunque, per una scelta compatta, esposto nel corso della recente assemblea regionale di Leu a Lamezia Terme dove, sulla base dei criteri stabiliti dal coordinamento regionale, i territori calabresi hanno avanzato le proprie proposte di candidature. E se nelle altre province il parterre degli aspiranti parlamentari nelle fila bersaniane si è presentato folto e variegato, dal Vibonese è uscito come detto un unico nome, sia per il sistema proporzionale che per quello uninominale.

 

Il già candidato a sindaco per il centrosinistra a Vibo Valentia, a parere dei militanti, non farebbe che “rispecchiare il lavoro di radicamento effettuato sul territorio, che ha reso possibile favorevoli condizioni di risultato nel collegio uninominale Calabria 6”.

 

Elemento che emergerebbe anche dai primi sondaggi che darebbero il movimento di Piero Grasso in crescita in Calabria, con le migliori performance proprio in provincia di Vibo Valentia, dove la partita tra gli esponenti di punta di Pd e Forza Italia, Bruno Censore e Giuseppe Mangialavori, sembra dover lasciare spazio anche ad espressioni alternative ai due poli, a cominciare proprio da progressisti e cinquestelle.

 

Per Lo Schiavo una sfida non semplice ma neppure proibitiva. C’è da superare l’agguerrita concorrenza di esponenti del calibro di Nico Stumpo, Nino De Gaetano, Nicola Fiorita che si contendono con lui 2 posti alla Camera e uno al Senato. L’ultima parola spetta comunque a Roma che da tempo ha chiarito di voler dare un chiaro segnale di rottura rispetto agli schemi precostituiti, puntando su candidature nuove in linea con il profilo legalitario e inclusivo che il partito si è dato. Caratteristiche che farebbero di Lo Schiavo uno dei principali “papabili”.