I voti depositati nell'urna elettorale non hanno etnia e nemmeno l'odore acre di fogna, sporcizia e dei roghi tossici che ammorbano l'aria sopra il ghetto rom di viale Isonzo. Quartiere sud di Catanzaro, noto alle cronache per lo spaccio di stupefacenti e per i metodi artigianali impiegati per distruggere l'immondizia accumulata ad ogni angolo.

Ma se il degrado e la delinquenza dilaganti mentangono normalmente a distanza chiunque dal ghetto, lo stesso non avviene in periodo di campagna elettorale, dove i candidati non disdegnano di raccattare i voti di quegli stessi cittadini abbandonati a loro stessi nella restante parte dell'anno o, ancor peggio, di quelli additati come malviventi o criminali.

«C'è una persona a cui dobbiamo dare il voto» - ammette un residente del quartiere malfamato. «Vengono a chiederci i voti - conferma un'altra cittadina - promettono ma poi non fanno niente e ci lasciano sempre nella sporcizia». Anche lei domani si recherà alle urne avendo già "promesso" il suo voto.