Mancano ormai poche ore alla presentazione ufficiale, tra colpi di scena, riposizionamenti e doppie morali (ASCOLTA L'AUDIO)
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Volano i coltelli a destra e a sinistra, nelle ultime ore per la definizione delle liste elettorali, in un pot-pourri di tradimenti politici e veleni che spesso, in un chi sta con chi da notte dei lunghi coltelli, sfociano in eclatanti esempi di doppia morale che non fanno certo bene alla politica di casa nostra, già segnata da annuncite cronica e zone opache.
Gli imbarazzi del Pd
Basti pensare alla guerra intestina che si sta letteralmente combattendo nella federazione catanzarese del Partito democratico, dove c’è un testa a testa, che per la verità dura da qualche settimana. In tre - Enzo Bruno, Ernesto Alecci, Francesco Pitaro – sgomitano per i due posti rimasti disponibili nella circoscrizione centrale dove sembrano certi Giusy Iemma, Aquila Villella (cognata della Bruni), Raffaele Mammoliti, Fabio Guerriero e Luigi Tassone. Se si considera che Alecci è sostenuto dal Commissario regionale dem, Stefano Graziano, con il quale condivide l’appartenenza alla corrente “base riformista” dell’ex ministro Luca Lotti, è facile pensare che lui figuri tra i candidati “certi”.
La lotta si ridurrebbe quindi a due, tra Bruno e Pitaro, e la mossa di Graziano finirebbe per favorire l’innesto di Pitaro, aumentando l’imbarazzo e lo spauracchio per il Pd catanzarese di vedere in lista l’ex callipiano. Il tutto rientrerebbe nella logica dem del “tutti gli uscenti saranno ricandidati” sotto le insegne del partito democratico. In questo senso va valutato anche l’arruolamento di Graziano Di Natale nella circoscrizione Nord – dove non ci sarà Carlo Guccione - che farà compagnia al capogruppo uscente Domenico Bevacqua, ed al presidente della Provincia di Cosenza Francesco Antonio Iacucci; e nel reggino di Antonio Billari che sarà in lista con Nicola Irto, Mimmetto Battaglia, Gianni Muraca (assessore ai lavori pubblici a Reggio), Patrizia Liberto (già presidente del Consiglio comunale di Villa San Giovanni) e Maria Teresa Gerace (consigliera comunale a Taurianova).
Ma al di là di quello che succederà sabato, e del fatto che comunque l’ultima parola spetta alla candidata presidente Amalia Bruni, quel che lascia basiti è la doppia morale del commissario regionale che condanna pubblicamente Ernesto Magorno ma salva Ernesto Alecci.
Non più di qualche ora fa proprio Stefano Graziano ha definito Magorno «un politico dalle mille facce che a queste regionali voterà a destra pur sedendo in Parlamento tra i banchi della sinistra e con i voti della sinistra». Aggiungendo poi che l’elezione di Amalia Bruni alla guida della Regione Calabria «spazzerà via questo modo di fare politica».
Peccato però che Graziano usi due pesi e due misure, dimenticando che anche Alecci, che siede sullo scranno più alto del Comune di Soverato grazie ai voti della sinistra, ha candidamente affermato, che alle regionali dello scorso anno ha sostenuto e votato il suo vicesindaco Pietro Matacera, nella lista di Forza Italia. Insomma delle due l’una, o la morale vale per tutti, o non vale per nessuno.
Se Sparta piange Atene non ride
Il medesimo imbarazzo si starebbe respirando anche nella coalizione opposta, seppur con fatti dalle sembianze e dal contesto diverso. In questo caso ci spostiamo nella circoscrizione nord dove l’insistenza di Mario Occhiuto in direzione di una candidatura del cognato Piercarlo Chiappetta, sta agitando gli animi degli azzurri cosentini. Una insistenza che si scontra con la linea dura – almeno a parole – inaugurata dal fratello Roberto che guida la coalizione di centrodestra alla conquista della Regione. Anche perché Chiappetta, che non è nuovo alla candidatura per le regionali – ci aveva provato già nel 2010 e nel 2014 con esiti negativi – rasenta l’impresentabilità: la procura di Cosenza aveva aperto un fascicolo per bancarotta fraudolenta in relazione al crack di tre società tutte fortemente indebitate con il fisco e nel febbraio 2021 altre sette società, le cui quote erano parzialmente detenute da Chiappetta, sono state oggetto di un provvedimento di sequestro del tribunale.
Bisognerà capire se prevarrà l’insistenza di Mario, o l’annunciato rinnovamento auspicato da Roberto che intanto sembra aver chiuso l’accordo con i Gentile per la candidatura di Katia (già vice sindaco di Cosenza).
Il centrodestra si affida agli uscenti - Filippo Pietropaolo e Fausto Orsomarso per FdI, Gianluca Gallo, Antonio De Caprio, Giovanni Arruzzolo, Domenico Giannetta, ma anche Pierluigi Caputo per FI, Tilde Minasi, Pietro Raso, Filippo Mancuso, Pietro Molinaro per la Lega, con Baldo Esposito e Flora Sculco passati all’Udc - ma anche ad una nutrita pattuglia di amministratori tra cui Antonio Montuoro (vicepresidente provincia di Catanzaro), Giovanni Calabrese (sindaco di Locri), Riccardo Ritorto (ex sindaco di Siderno) o Pierpaolo Zavettieri (sindaco di Roghudi), Pietro Caracciolo (sindaco di Montalto Uffugo)Mario Migliarese (sindaco di Montepaone).
Tutti nomi certi, o quasi, suscettibili comunque di ripensamenti dell’ultima ora.
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