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La questione relativa alla sentenza della Corte Costituzionale sul consiglio regionale dell'Abruzzo che ha sancito l'illegittimità di alcuni provvedimenti assunti da quel consiglio regionale in regime di Prorogatio e che, potrebbe sancire lo scioglimento anticipato dell'assemblea regionale abruzzese, ha suscitato una serie di interpretazioni sulla stampa e alcune testate sono arrivate ad ipotizzare uno scioglimento anticipato dell'assise calabrese a causa di alcune analogie con la vicenda della legge elettorale che di fatto ha estromesso Wanda Ferro dal Consiglio Regionale. A palazzo Campanella, dove si tiene il consiglio regionale, almeno apparentemente la vicenda non sembra preoccupare molto.
Orlandino Greco, capogruppo della Lista Oliverio, non usa mezzi termini:"qualcuno poi mi dovrebbe spiegare perché, -avverte Greco- ciò che non è valso per il Porcellum, che ha reso incostituzionale un Parlamento e un Governo non eletto, dovrebbe valere per il Consiglio Regionale della Calabria, eppure -ha proseguito Greco- quel parlamento ha eletto 2 presidenti della Repubblica e sta cambiando la Costituzione. Penso che i problemi della Calabria -ha concluso Greco- siano ben altri e che dovrebbero indurci come politica a non perdere tempo con chi confeziona ogni giorno notizie Bufala".
Sullo stesso binario, Giuseppe Giudiceandrea, che tra l'altro ha affrontato la questione anche sotto il profilo tecnico, considerato che, lo stesso è anche avvocato.
Il consigliere regionale della lista DP, ha affermato infatti, che "La legge elettorale della Calabria è stata approvata in regime di urgenza in quanto la spending review imponeva la riduzione del numero di consiglieri da 50 a 30, il Presidente del consiglio dell'epoca -ha proseguito Giudiceandrea- venne convocato per ben 8 volte dal Governo per spingere verso quella direzione e, dunque, i casi dell'Abruzzo e della Calabria non sono certamente sovrapponibili".
Grande prudenza anche sul fronte del Centro-destra. Il capogruppo di Fi Nicolò ha affermato che "il consiglio regionale legifero' sulla base delle indicazioni della corte costituzionale che aveva riscontrato profili di incostituzionalità sulla prima stesura della legge elettorale, chiaramente abbiamo rispetto di qualsiasi pronunciamento che avverrà sulla base di un quesito posto dal Tar, un quesito che dovrà essere valutato anche in merito all'ammisibilita'.
Quello che emerge, chiaramente e' che nè maggioranza nè opposizione sembrano essere d'accordo con le interpretazioni di alcuni organi di stampa.