Il candidato sindaco del centrosinistra sostiene i lavoratori della Abramo customer care. Che potrebbero essere licenziati. Attacco agli avversari politici: «Da loro silenzio complice»
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«Centosette famiglie rischiano di finire in mezzo alla strada nel silenzio colpevole e complice del Governo, della Regione e della deputazione parlamentare locale. Crotone rischia di essere ancora una volta vittima del silenzio, perché nel silenzio generale e colpevole si sta consumando un nuovo, questa volta crediamo definitivo, colpo all'economia ed anche alla dignità di noi tutti».
Lo sostiene, in una nota, Danilo Arcuri, candidato sindaco di Crotone del centrosinistra.
La vertenza Abramo customer care
«Centosette famiglie, da un momento all'altro – aggiunge – si ritroveranno in mezzo alla strada, senza lavoro in un territorio che, già vittima di un gap infrastrutturale immenso, è stato ulteriormente provato dalla pandemia. Lavoratori, alcuni dei quali da oltre venti anni, svolgono con professionalità, dedizione e serietà il proprio lavoro per l'Abramo Customer Care potrebbero ricevere nei prossimi giorni la lettera di licenziamento collettivo. Operatori del settore telecomunicazioni che da cinque anni gestiscono la commessa “Comune di Roma”, uomini e donne che hanno dimostrato nel tempo di essere una risorsa di valore e qualità, apprezzati dall'amministrazione comunale della Capitale, ma tutto questo oggi non conta, tutto questo oggi non fa la differenza».
L'attacco agli avversari
«E così – continua – con il silenzio complice del ministro pentastellato Patuanelli, del sindaco di Roma Virginia Raggi, della nostra deputazione parlamentare di maggioranza, senatrice Corrado e onorevole Barbuto (5 stelle), dell'onorevole Stumpo (Leu) e dell'onorevole Torromino che siede tra i banchi dell'opposizione (Forza Italia), si consente alla cooperativa Leonardo, che si è aggiudicata la commessa “Comune di Roma”, di ignorare il vincolo della clausola sociale, prevista proprio per “salvaguardare” le professionalità acquisite nel corso degli anni e anche i livelli occupazionali. Si sta cercando di colpire la dignità di 107 lavoratori, si sta cercando di affossare definitivamente il territorio, dove sono ora i referenti regionali che tanto si sono prodigati nelle passate settimane per stringere e far stringere patti e accordi nella città di Crotone e mai, è evidente, per la città di Crotone».
Basta "funerali"
«Madrine e padrini regioni e romani della nascita di coalizioni dove sono oggi?», si chiede Arcuri, che aggiunge: «Crotone è stanca di celebrare solo ed esclusivamente "funerali", così come la città non può più sopportare una rappresentanza politica silente sui problemi, incapace di fare gioco di squadra, e inconsistente sul versante della ricerca di soluzioni ai tanti problemi di questo nostro territorio».
«Solleciterò immediatamente la nostra consigliera regionale – dice ancora Arcuri – ad agire immediatamente per smuovere la giunta regionale da questo insano immobilismo. Sarò al fianco di queste 107 famiglie, sostenendo qualsiasi forma di protesta democratica e pacifica che verrà messa in campo. Mi auguro che il giorno in cui il nuovo sindaco entrerà nel palazzo comunale troverà questo problema già risolto. Se così non fosse il mio impegno sarà quello di affrontare immediatamente nelle ore successive al giuramento il problema recandomi direttamente a Roma al ministero del Lavoro per ottenere giustizia per questo territorio».