Sul fronte del centrodestra, indubbiamente, la capitolazione è toccata ai fratelli Roberto e Mario Occhiuto. Una sconfitta senza appello. E non basterà insistere sugli appelli di Berlusconi per nascondere questa bancarotta politica
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Cala il sipario sulla preparazione delle liste (TUTTI I NOMI). Saranno quattro i candidati presidenti che si contenderanno il decimo piano della cittadella regionale, Carlo Tansi con le sue liste, Francesco Aiello con il M5S, Pippo Callipo per il centrosinistra e con la sua “Io resto in Calabria" e Jole Santelli per il centrodestra. 15 invece liste che concorreranno alla conquista degli scranni di palazzo Campanella. Chi ha vinto e chi ha perso questa prima manche? In tutti gli schieramenti ci sono stati vinti e vincitori. In questo primo ragionamento, proviamo ad analizzare cosa è successo nel centrodestra. Nel prossimo pezzo proveremo a ragionare sul centrosinistra.
La debacle degli Occhiuto
Sul fronte del centrodestra, indubbiamente, la capitolazione è toccata ai fratelli Roberto e Mario Occhiuto. Una sconfitta senza appello. E non basterà insistere sugli appelli di Berlusconi per nascondere questa bancarotta politica.
Ancora stamattina diverse testate cercavano di accreditare la generosità di Roberto e Mario Occhiuto aderendo al centrodestra e concedendo qualche candidato alle liste di Jole Santelli.
L’obiettivo è quello di accreditare l’idea che siano determinanti nel caso di vittoria del centrodestra e passare all’incasso. Tuttavia, ci sarebbe da chiedersi: dove sono finite le 10 liste a sostegno del sindaco di Cosenza di cui si vaneggiava qualche mese fa? Per aver scritto che tutto quell’ambaradan sembrava un bluff, gli occhiutoboys ci hanno scaricato addosso le peggiori contumelie.
La verità è venuta fuori in tutta la sua tragica commedia ma anche con le peggiori cattiverie. Le affermazioni riservate a Jole Santelli da parte di Mario e Roberto Occhiuto che altro sarebbero, altrimenti, se non cattiverie allo stato puro? Seguendo la logica della dinamica politica, infatti, avevamo immaginato e ipotizzato che la candidatura di Jole Santelli, avrebbe potuto rappresentare una straordinaria opportunità per il sindaco di Cosenza, di uscire trionfalmente dall’angolo nel quale era stato cacciato dai “niet” di Matteo Salvini.
Gli Occhiuto, dunque, sono stati sconfitti dalla loro incapacità politica. Se ad un percorso politico non sai trovare, un’opzione, un’ipotesi diversa da quella immaginata, un’ipotesi “B”, ciò significa essere privi di un progetto politico, di pensare cioè, ad una visione collettiva del governo della cosa pubblica. Ciò significa la totale e radicale incapacità di vedere oltre il proprio naso, di andare oltre il proprio orticello.
Un leader politico, dunque, per avere autorevolezza ed essere credibile, dovrebbe lavorare per un progetto più ampio e, per tutelarlo,dovrebbe sempre essere pronto a un passo indietro. Un leader politico appunto. La politica è dinamica. È capacità di essere flessibile. Solo se si posseggono tali caratteristiche puoi esercitare una leadership, sia essa di natura istituzionale che di natura politica, anche oltre la funzione che si intende ricoprire.
L’egocentrismo rende poco lucidi. L’egocentrismo del sindaco di Cosenza, purtroppo per lui, si è rivelato come la sua “ruina”, avrebbe detto Machiavelli. Occhiuto ha sempre avuto in testa solo se stesso. Roberto Occhiuto poi, ha fatto di peggio,affermando che tra un progetto politico e il suo cognome, avrebbe scelto quest’ultimo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una Waterloo. Una débâcle.La loro strategia è stata asfaltata dalla totale assenza di politica e, anche, da una sconfinata presunzione. Altro che poteri forti.
L’abilità dei fratelli Gentile
Agli sconfitti corrispondono spesso dei vincitori. In maniera oggettiva e, al netto dalle simpatie o antipatie di ordine politico che possono suscitare, è indubbio che coloro che hanno giocato una partita con abilità e dentro un solido progetto politico sono stati gli altri due fratelli della politica cosentina: Pino e Tonino Gentile.
In particolare Tonino, il quale, ha giocato le sue mosse da fine stratega, senza mai perdere lucidità e freddezza, schivando polemiche e trappole di ogni tipo. Nell’ombra ha intessuto la sua tela di rapporti da Fratelli d’Italia alla Lega e con pezzi della stessa Forza Italia, isolando politicamente la cordata occhiutiana.
Inoltre, i fratelli Gentile, hanno avuto la grande capacità di mantenere unita un’area che va da loro a Baldo Esposito e Piero Aiello su Catanzaro per arrivare a Crinò a Reggio Calabria.
Tutto ciò, riuscendo a mantenere intatto il loro gruppo e il relativo progetto politico. Qualcuno, se lo ritiene, spieghi ai fratelli Occhiuto cosa significa avere un progetto. I Gentile lo sanno, ecco perché gli Occhiuto sono stati sconfitti. Infine, il coup de théâtre, dell’ex senatore, quando la dinamica politica ha messo sul tavolo la proposta di Jole Santelli (che proprio alleata dei Gentile non era) ha accolto la proposta della storica avversaria interna e, successivamente, si sono messi a disposizione, coprendo gli spazi politici lasciati vuoti dagli Occhiuto e company.
I retroscena raccontavano che i fratelli Gentile fossero ad un passo dall’entrata nella Lega di Salvini, e invece hanno smentito anche le più creative delle ricostruzioni giornalistiche, costruendo una delle liste più forti dello schieramento del centrodestra: la Casa delle Libertà. Chapeau. “Questa è la politica, bellezza. E tu non ci puoi fare niente”.
In questo caso non hanno potuto farci niente ne’ il primo cittadino bruzio ne’ il fratello parlamentare che qualche numero in più del fratello Sindaco avrebbe dovuto averlo. Parlare oggi di poteri forti e amenità varie come causa della loro sconfitta risulta veramente risibile, se non paradossale.
La tenuta della Santelli
Non si può ignorare e sottovalutare, neanche, la tenuta e la coerenza della stessa candidata a presidente del centrodestra, la quale, è stata sottoposta ad una sequenza di attacchi feroci, a tratti violenti, da parte di coloro che, fino a pochi giorni fa, erano stati i suoi alleati.
La Santelli, è noto, è stata una leale sostenitrice della candidatura di Mario Occhiuto. Non ha mai dato l’impressione di una che stesse giocando su più tavoli. È stata coerente. Ha atteso le determinazioni di Silvio Berlusconi. Quando la scelta è caduta su di lei, gli attacchi sia di Mario che di Roberto Occhiuto sono stati al vetriolo.
Eppure, nonostante ciò, la Santelli ha sempre tenuto un basso profilo. Non ha mai risposto alle polemiche e agli attacchi. Ha tenuto la barra, dentro una dinamica politica durissima e velenosa. Nella sua vittoria, indubbiamente, ha prevalso la politica.
Il tradimento e tutto il resto non c’entrano proprio niente. Un atteggiamento di tenuta che, almeno da quanto ci è dato sapere ha avuto anche in queste ore nella composizione delle liste. Applicando il principio machiavellico, evidentemente sconosciuto ai fratelli Occhiuto: “Può la disciplina nella guerra più che il furore”.
(prima parte)