«Io credo che anche nell'ultima conferenza programmatica, tenutasi a Milano, si sia chiarito fortemente che qui sta la mano destra e qui la mano sinistra». Così torna a porre i distinguo nel solco del centrodestra Wanda Ferro, ufficialmente candidata a sindaco di Catanzaro per Fratelli d'Italia. Questa mattina la deputata ha fatto tappa nella sala concerti di Palazzo De Nobili dove si stanno completando le operazioni di presentazioni delle liste (QUI TUTTE LE LISTE DI CATANZARO). Una a sostegno della sua candidatura con il simbolo di Fratelli d'Italia: «Mi aspetto un buon risultato - commenta a margine la deputata -. Mi aspetto che in Consiglio entrino giovani, entrino nuove esperienze che saranno certamente un valore aggiunto. Credo che la città sarà in grado di riconoscere quello che è stato l'impegno di chi come me ha cercato fino all'ultimo di allargare il raggio d'azione e invece poi si è ritrovata con una mia candidatura che spero di poter portare avanti in maniera onorevole. Non per il titolo ma per il significato».

Wanda Ferro poi chiarisce l'evoluzione che ha portato alla sua candidatura provocando una forte frattura nella coalizione di centrodestra. «Sicuramente è stata una richiesta che è arrivata al primo tavolo, dove ho sempre detto con chiarezza di non voler prendere nè le 24 nè le 48 ore» ha chiarito innanzitutto in riferimento ad una prima convergenza sul suo nome. 

«Ho detto che volevo finire il mio mandato di parlamentare. Io generalmente ho finito tutti i miei mandati. Quando ero alla Provincia e mi fu proposto di passare come vicepresidente alla Regione, dissi che avrei finito il mandato della Provincia di Catanzaro. Cosa ben diversa è capitata con quella brutta pagina quando mi candidai alla presidenza della Regione, in quella occasione mi sono ritrovata consigliera per una sentenza della Corte Costituzionale e non certo per volontà della politica. Quindi ho detto che bisognava mettere in campo ognuno i propri nomi ma non si è trovata la sintesi. Spesso la politica si accartoccia su diatribe interne e là rimane affossata. Certamente sarebbe stato un grande onore e un grande privilegio ma con paletti abbastanza marcati».

Interrogata poi sulle ripercussioni che una simile scelta potrebbe avere sulla tenuta del centrodestra che sostiene l'esecutivo targato Roberto Occhiuto, ha chiarito: «Ritengo proprio di no perché la scelta di non candidare rappresentanti non metta in crisi la Regione in termini di lavoro. La politica è un'altra cosa, credo che la scelta sia stata molto chiara. Fino a dieci giorni fa si è riparlato addirittura di una riapertura del tavolo che ha tenuto tutti fermi ancora per qualche altra giornata. Questa sintesi non c'è stata andremo avanti nel rispetto parlando dei programmi».

La parlamentare ha poi confessato di aver trascorso una notte insonne: «Una delle tante straordinarie notti passate a rivedere la documentazione e a valutare tutto ciò che scenderà in campo in termini di uomini e di donne di grandi capacità, di grandi sensibilità per una campagna elettorale tutta all'insegna di Fratelli d'Italia per la città di Catanzaro. E quindi una notte intensa come tante altre per le competizioni elettorali. Fratelli d'Italia - ha aggiunto ancora - ha ragionato anche sulla base della altre città: pensiamo Parma, pensiamo Viterbo, pensiamo anche al più recente passato a Palermo. Credo che la città abbia inteso, non ritrovando capacità di sintesi al tavolo del centrodestra senza fare dietrologia, la possibilità di andare ognuno con il condidato che riteneva più opportuno. Questo non vuol dire che non c'è la possibilità tra un anno di guardare alle Politiche con un ritrovato centrodestra unito che speriamo avvenga al più presto su base nazionale. Come sapete il tavolo del centrodestra ancora stenta a riunirsi».