Il quadro che si sta delineando nel centrodestra in vista delle Regionali nell’ambito della Circoscrizione Centro appare sempre più nitido con una serie di conferme, ma anche tante sorprese. Dei nove posti a disposizione cinque o sei, come ormai risaputo, toccheranno proprio a tale coalizione che ancora una volta parte con i favori del pronostico. Che la danno addirittura oltre il 60% a fronte di un centrosinistra invece persino insidiato dal gruppo guidato da Luigi de Magistris.

La partita si gioca a livello territoriale

Catanzaro tenta di fare la voce grossa, (ri)prendendosi la centralità perduta. Ma attenzione a Vibo Valentia che non vuole certo stare a guardare. E Crotone? Un paio di papabili parrebbe averceli. Che, se ce la facessero entrambi (difficile), sposterebbero non di poco gli equilibri. Ma la sensazione è che abbiano davanti a loro una montagna da scalare con avversari ostici da superare in termini di consensi.

La corsa nel capoluogo

Tanti i pretendenti dei Tre Colli. A cominciare dall’asso “pigliatutto” Baldo Esposito, che dopo aver mietuto oltre diecimila (dicasi diecimila) preferenze nel 2020 adesso annaspa nel trovare una collocazione adeguata. Il suo pressing in Forza Italia è infatti finora rimasto infruttuoso, respinto dagli altri candidati e da una parte della dirigenza azzurra. Eppure, una soluzione se la dovrà inventare. Non solo per se stesso, che anche andasse male al massimo scenderebbe a 7-8mila voti, bensì pure per esprimere la candidatura del giovane Marco Polimeni alla carica di sindaco.

Ma anche gli altri uscenti (o aspiranti rientranti) catanzaresi non è che se la passino poi così bene come chi è attualmente primo cittadino, ossia Sergio Abramo, il quale per fare l’assessore esterno non potrà appoggiare un candidato locale bensì, al di là delle solite dichiarazioni di prammatica, dovrà invece puntare sul vibonese Michele Comito (di cui parleremo nel capitolo dedicato). E per giunta stando sempre attento (anche alla luce delle simpatie manifestate nei confronti di Esposito) a Roberto Occhiuto che non lo vedrebbe di buon occhio al pari peraltro del futuro vice Nino Spirlì, pur dovendo fare buon viso a cattivo gioco.

Tempi duri, però, anche per l’ex pupillo del Sergìun, Filippo Mancuso (in lizza per conto di un Carroccio dato in leggero calo in termini assoluti) che rischia il sorpasso del collega Pietro Raso (forte del supporto del deputato Domenico Furgiuele) dopo aver perso l’appoggio abramiano e di qualche strutturato capo elettore come il componente del civico consesso Luigi Levato. Malgrado per motivi diversi dovranno faticare per risedere in Aula anche le vecchie conoscenze dell’Astronave reggina Frank Mario Santacroce (che potrebbe pagare il transito nel movimento di Giovanni Toti da Fi) e Claudio Parente (il quale è però molto gradito ad Occhiuto e al coordinatore provinciale di Fi Catanzaro Mimmo Tallini con cui ha un solido legame personale in virtù di cui viene quindi esclusa la voce fatta circolare a fini strumentali sul gradimento per Antonello Talerico).

Grandi manovre pure per riportare in Consiglio il meloniano Filippo Pietropaolo, notevolmente indebolitosi per una serie di ragioni in un partito che corre quindi il rischio di perdere leggermente quota. Nome molto caldo, viceversa, quello del presidente degli Avvocati catanzaresi, l’appena citato Talerico. In forte ascesa e nella scia del quotato Comito, essendosi assicurato l’appoggio del vicesegretario dei forzisti vibonesi Michele Ciconte, dell’uomo di peso di Fi Crotone Fabio Pisciuneri (in contatto con molti enti, lavorando in Provincia) e di uno stimato primario. Su quest’ultima considerazione giova però aprire una parentesi inerente a Cambiavento, del cui leader Nicola Fiorita ci occuperemo presto, scrivendo di centrosinistra e cercando di capire se davvero si schiererà a fianco del sindaco di Soverato Ernesto Alecci. Ma questa è un’altra storia.

Mentre adesso è doveroso ultimare il ragionamento su Talerico che avrebbe fatto breccia, ritrovandosi accanto una rete di professionisti, imprenditori, amministratori e medici fra i quali il noto angiologo Elia Diaco fino a poco tempo fa accasatosi nel movimento Tesoro Calabria al fianco del presidente Carlo Tansi. Ricostruzione che, però, Diaco uffcialmente smentisce a stretto giro: «La notizia, per quanto mi riguarda, è destituita di ogni fondamento. Quindi mi vedo costretto a smentirla. Lo faccio innanzi tutto per rispetto verso i lettori ma anche verso lo stesso avvocato Talerico, al quale auguro buon lavoro e il buon esito della sua campagna elettorale».

Parecchio lanciato - in casa Udc - anche Sergio Costanzo, che finora ha soltanto sfiorato la conquista del seggio nel Pd e… dintorni nonostante risultati di tutto rispetto.

Non dovrebbe invece riproporsi all’indice di gradimento degli elettori il già leghista Antonio Chiefalo sebbene capace di ottenere un anno e mezzo fa ben 3.662 voti. Ci sono poi altri due nomi circolati, ma che vi sveleremo fra qualche tempo parlando dei possibili sindaci dello stesso capoluogo.

Cosa accade a Crotone

In terra pitagorica attenzione al duello - targato Udc - fra la crotonese purosangue Flora Sculco e l’agguerrito sfidante Costanzo, appena citato, che si consumerà sul filo del rasoio con la prima alla spasmodica ricerca di una conferma. Mentre nelle file azzurre si sta impegnando molto il l’editore Salvatore Gaetano a inizio 2021 propostosi nella lista del Carroccio in cui ha conseguito 3.667 preferenze che non sono però bastate.

La concitazione di Vibo

I destini dei pretendenti alla Regione vibonesi seguitano a intrecciarsi con le sorti dei colleghi catanzaresi. Abbiamo detto di Abramo, legato a Esposito ma “obbligato” a optare per Comito (dal canto suo in ambasce nel penetrare nel capoluogo e a Crotone e inoltre insidiato dall’ex presidente della Provincia di Vibo Francesco De Nisi, proveniente dal centrosinistra, e ancor di più dall’altro ex sinistrorso Vito Pitaro, ben visto dalla dirigenza forzista calabra) in ossequio a una richiesta che gli proverrebbe dal plenipotenziario forzista Giuseppe Mangialavori. Attenzione, tuttavia, pure a un autorevole papabile candidato dello schieramento guidato dalla prof Amalia Bruni, che potrebbe ricevere un ragguardevole numero di consensi. Si tratta del presidente dei Medici della città tirrenica Antonino Maglia. Notevole, dunque, l’affollamento in un bacino elettorale piccolo con poche chance di espansione “oltreconfine”.

Le manovre a Lamezia Terme

Detto di un Raso in gran spolvero in virtù pure di appoggi eccellenti, attenzione al presidente del consiglio comunale della città della Piana Peppino Zaffina. Un esponente lametino apparentemente sostenuto nientemeno da uno che è pure stato presidente del Consiglio. Ma a livello regionale. Il riferimento è a Tonino Scalzo, non rieletto nel 2020 sebbene le migliaia di voti presi.

Le notizie… in più

Fra le donne da proporre al momento l’unica sicura di essere nel novero dei competitori in Fi nella fascia centrale della Calabria è Valeria Fedele. Mentre Tonino Daffinà, reduce dall’avventura di un anno e mezzo fa in cui ottenne 1.390 consensi, dovrebbe al contrario essere il capo di gabinetto alla presidenza designato da Occhiuto. Che dovrà formare una Giunta in cui l’eventuale ingresso di consiglieri eletti non libererà il posto agli altri a scorrimento della lista come avviene per altri consessi locali. C’è poi il progetto di radicamento calabrese di Noi con l’Italia dell’ex ministro “ciellino” Maurizio Lupi, affidato agli ex parlamentari Pino Galati e Michele Ranieli, che potrebbero offrire un posto al funzionario regionale Giorgio Arcuri (figlio di un apprezzato giudice in pensione del capoluogo). E per finire le dolenti note: vale a dire i quattro forti competitori che potrebbero finire anzitempo la loro corsa perché presenti nell’elenco dei cosiddetti impresentabili stilato dalla commissione parlamentare Antimafia. Un testo che potrebbe far saltare il banco.