VIDEO | Dopo il mezzo flop della prima riunione del tavolo del centrosinistra, Leu-Articolo Uno propone di chiedere al presidente Spirlì di confrontarsi con il Comitato tecnico scientifico sull'opportunità di rimandare la tornata elettorale fissata per il 14 febbraio
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Mentre si complicano le trattative all’interno del centrosinistra per l’individuazione del candidato governatore, si materializza la tentazione di provare a chiedere un rinvio della data del voto.
La prima riunione del tavolo voluto dal commissario regionale del Pd Stefano Graziano non ha dato i risultati sperati e ha segnato una prima rottura con il mondo del civismo e con Carlo Tansi in particolare. Il perimetro della coalizione è tutt’altro che certo e le lotte intestine al Pd sono già avviate e sembrano in grado di poter impallinare tutti i nomi fin qui fatti: dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti passando per il deputato Antonio Viscomi per finire all’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto.
La mozione di Leu: meno firme, più tempo
E così, partendo da un’idea di Leu-Articolo Uno, è stata approntata una mozione in cerca di sottoscrizione da parte dei consiglieri regionali per chiedere al presidente della giunta ff Nino Spirlì di confrontarsi con il Comitato Tecnico Scientifico per capire se esistono le condizioni per poter andare al voto nella data del 14 febbraio.
La mozione chiede di poter ottenere una riduzione del numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste in maniera da ridurre contatti e assembramenti. Si chiede poi al presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo di convocare una riunione dei capigruppo per discutere della situazione e anche della necessità di procedere ad un eventuale scostamento di bilancio per elezioni che dovrebbero svolgersi in due giorni e non in una soltanto come inizialmente previsto.
Una fase di piena confusione, insomma, che si verifica proprio mentre il premier Giuseppe Conte valuta una stretta delle misure di contenimento e a Reggio esplode una grana giudiziaria enorme per il Pd e l’Amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà. L’arresto del consigliere comunale e componente della direzione nazionale del Pd Antonino Castorina, proprio per il tipo di contestazioni mosse, non può certo essere licenziato con una scrollata di spalle e sferra un colpo forse letale alle aspirazioni del partito reggino in vista delle regionali.