VIDEO | Il candidato governatore democrat è già a Roma in vista dell'incontro con Letta e Boccia. I parlamentari calabresi dei Cinque stelle favorevoli all’alleanza chiedono però che la sua indicazione cada e si riparta da zero
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I diplomatici di Pd e Cinque Stelle sono già al lavoro per provare a trovare un accordo in vista delle prossime elezioni regionali. Le reciproche aperture degli scorsi giorni hanno preparato il terreno.
Il responsabile degli Enti Locali del Pd Francesco Boccia ha sottolineato, durante la riunione in streaming con i big calabresi del partito, l’importanza di procedere all’allargamento della coalizione e di rinsaldare l’asse con i Cinque Stelle e poi ha convocato il commissario Stefano Graziano e il candidato governatore Nicola Irto a Roma per un faccia a faccia con Enrico Letta. L’ex presidente del Consiglio regionale è già nella capitale per altri incontri preparatori prima del vertice che dovrebbe tenersi domani.
Qualche giorno dopo rispetto alla riunione dem i parlamentari calabresi dei Cinque Stelle (Orrico, Ferrara, Scutellà, Barbuto, Dieni, Nesci, Melicchio, Misiti, Auddino, Tucci, Parentela, D'Ippolito) hanno firmato una nota stampa con la quale hanno ufficialmente aperto alla trattativa con il Pd pur non rinunciando ad evidenziare come una trattativa vera non possa avviarsi con decisioni prese in modo unilaterale.
In qualche modo l’anticipazione della scelta sul nome di Nicola Irto, prima dello sconvolgimento che ha portato all’addio di Nicola Zingaretti che si è dimesso da segretario nazionale del Pd e al nuovo corso moderato dei Cinque Stelle targato Giuseppe Conte, potrebbe costituire un problema.
Superare questa fase di stallo, dunque, non sarà facile e certamente si tratta di problemi che il Movimento avrebbe anche nei confronti del Polo Civico del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, pure lui sceso in campo senza aspettare l’esito di alcun tavolo di confronto nonostante continui a lanciare appelli ai grillini di Calabria. Soltanto una cosa è chiara a tutti: andare spaccati alle urne, così come è avvenuto a gennaio dello scorso anno non farebbe altro che favorire il centrodestra che ancora deve ufficializzare le proprie scelte al tavolo nazionale, seppure Roberto Occhiuto continui ad essere il candidato in pectore, anche perché sente di poter arrivare facilmente alla vittoria davanti ad uno schieramento avversario parcellizzato.