In attesa che il commissario Stefano Graziano arrivi in Calabria per avviare sul serio il confronto interno in vista delle prossime elezioni regionali, il Pd ha già cominciato la consueta guerra di posizione interna tra correnti che tanti sfaceli ha prodotto negli ultimi anni.

E così mentre ancora regna incertezza sul perimetro dell’alleanza e sulla scelta tra candidatura politica e civica, alcune frange democrat hanno iniziato a muovere le proprie pedine per provare a guadagnare terreno. A Cosenza, in particolare, c’è grande fermento e il presidente della Provincia Franco Iacucci ha più volte incontrato i suoi per discutere della situazione. L’idea venuta fuori, come un fiume carsico, è quella di buttare sul tavolo il nome dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

 

Il più alto in grado del Pd che già aveva lavorato e ottenuto molte adesioni, anche dagli stessi gruppi, quando stava per candidarsi alla segreteria nazionale del partito. L’idea partorita a Cosenza ha trovato sponda in Leu/Articolo 1 di Nico Stumpo che è tornato attivissimo in Calabria in vista delle prossime regionali.

 

E poco importa se Marco Minniti non pare avere alcun tipo di intenzione di infilarsi nel tritacarne calabrese, la mossa parrebbe idonea a scompaginare gli attuali equilibri e guadagnare spazi anche in vista delle prossime politiche quando con la riduzione del numero dei collegi i posti al sole saranno davvero risicati.

Non sarà per nulla facile, dunque, il lavoro che attende Stefano Graziano al suo arrivo atteso per il fine settimana. Il centrosinistra è diviso e in confusione e dopo quanto avvenuto alle ultime comunali a Crotone, più o meno con gli stessi protagonisti, il rischio di non riuscire ad arrivare a sintesi è sempre più elevato.

 

Tutta da giocare rimane poi anche la partita dell’alleanza con i Cinque Stelle che stavolta rischiano davvero di spaccarsi in due tronconi con i diciassette parlamentari che ormai da mesi viaggiano in ordine sparso e sanno che per la maggior parte di loro la rielezione in Parlamento può considerarsi un autentico miraggio. E il dialogo con i movimenti civici, da Carlo Tansi a Pino Aprile, sembra ugualmente ricco di ostacoli e difficoltà.