A Reggio l’ultimo atto della campagna elettorale ha visto Bruni e Occhiuto incontrare migliaia di elettori come non avveniva da tempo a causa del Covid. La curiosità: il centrosinistra ha chiuso con la canzone di Rino Gaetano che Santelli usò nel 2020 (ASCOLTA L'AUDIO)
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Se c’è una protagonista in questa tornata elettorale per le regionali calabresi quella è sicuramente la piazza. Il triste decorso della stagione ancora lunga del Covid 19 ha chiuso auditorium e salette riservate al grande pubblico e la politica ha dovuto per forza di cosa aspettare che i protocolli di sicurezza si allentassero e ricorrere alla piazza per far sentire la propria voce, accettando di sottoporsi al suo giudizio inappellabile. Perché la piazza non mente. Quasi mai. Ed è inutile ricorrere agli indecenti aggiustamenti suggeriti dalla tecnologia. Prima o poi la verità viene a galla, ed il giudizio inappellabile diventa condanna.
Anche per questo c’è chi le sceglie, piccole, grandi, strette, profonde, storiche (politicamente parlando) o solo centrali. E quando è sconsigliato andare in piazza, si ripiega sulla “passeggiata” in centro. Che non è meno severa della piazza.
Le regionali e le piazze di Reggio
Ad esempio, le piazze di Reggio, ieri sera, hanno vissuto. Sono state vissute dalla gente, anche in barba allo spauracchio del divieto di assembramenti. E per chi è appassionato di politica è una gioia rivedere vecchie maniere di fare politica. Anche se i risultati per gli attori principali possono non essere esaltanti.
D’altra parte è un sogno, di questi tempi, vedere tanta gente e bandiere sventolate con orgoglio. Soprattutto a queste latitudini e di questi tempi. Le piazze si riempiono un po' per volta. C’è chi si mantiene distante per non entrare in contatto con gli aficionados o la squadra “assoldata” dal politico di turno, chi vuole il posto in prima fila, ci sono i curiosi che hanno sempre quella espressione un po' così, tra il “me ne fotto” e il “che dice questo?”. E a volte, sempre più spesso per la verità, ci sono i contestatori.
Ieri sera a Reggio la chiusura delle campagne elettorali per centrodestra e centrosinistra hanno vissuto in antitesi tra loro. Le due coalizioni si sono annusate e marcate stretto, e a distanza di un’ora l’uno dall’altro, hanno scelto due piazze distanti poche centinaia di metri tra loro.
Sfida a distanza tra Bruni e Occhiuto
Il centrosinistra ha scelto Piazza indipendenza, uno slargo enorme, teatro di alcuni dei maggiori concerti cittadini. Una scommessa per la Bruni che ha osato, ma coprendosi bene, affidando la chiusura al fenomeno politico del momento: quel Giuseppe Conte che sta riempiendo ogni tipo di piazza in giro per l’Italia.
Ad Occhiuto il centrodestra, o meglio il deputato reggino Francesco Cannizzaro, ha riservato Piazza Duomo per il comizio finale. Una piazza storica che ha regalato gioie e dolori a chi l’ha calcata chiedendo il consenso dei reggini. È forse anche per questo che sono stati “convocati” Antonio Tajani e il ministro Brunetta.
Ma alla fine le due piazze si sono equivalse. Non erano vuote, ma non erano neanche straripanti di gente. Segno anche della disaffezione e dello scetticismo dei calabresi. Ormai, gli indecisi, la sterminata quantità di astenuti, non li convinci con un solo comizio.
Ma un elemento in comune le due piazze lo hanno avuto. Si sono unite, idealmente e a distanza, e forse inconsapevolmente, nel nome di Jole Santelli. Da Forza Italia c’era da aspettarsi un commosso ricordo dell’ex presidente deceduta ad ottobre scorso, nonostante la richiesta della famiglia di non strumentalizzare il suo nome. Ma dal palco del centrosinistra le parole affettuose pronunciate, guarda un po', da Giuseppe Conte, hanno colpito il popolo del centrosinistra. Si, la politica a volte riesce a stupire favorevolmente.
L’ultima curiosità? La colonna sonora utilizzata dal palco del centrosinistra era familiare per gli avversari. La serata si è infatti conclusa sulle note di “A mano a mano” di Rino Gaetano. La stessa canzone che ha accompagnato la Santelli nel trionfo di gennaio 2020.