L’addio di Tansi era più di un indizio dell’apertura di Luigi de Magistris verso consistenti componenti provenienti dai partiti tradizionali. Il sindaco di Napoli ha fiutato l’ormai probabile implosione del Pd ed è pronto a raccoglierne i cocci, ovvero ad imbarcare come un novello Noè, i democrat in disaccordo con la linea del partito.

Perché no?

Purché rispondano a determinati requisiti: «Nelle nostre liste non ci saranno persone compromesse dal punto di vista morale o penale. Ma se ci sono persone con alle spalle esperienze politiche, io dico: ma perché no? Del resto abbiamo tanti amministratori ma anche ex parlamentari o consiglieri regionali che vogliono unirsi a noi».

Il centrosinistra è qui

Alla conferenza stampa di presentazione del laboratorio politico Primavera della Calabria, ospitata a Cosenza, il candidato alla presidenza ha offerto un quadro chiaro delle traiettorie disegnate in questo percorso intrapreso verso le elezioni: «Noi possiamo essere punto di riferimento per tutto quel centrosinistra che non a parole, ma con i fatti, finalmente vuole innovare, cambiare, vuole aprirsi ai laboratori politici, alle reti civiche – dice de Magistris - Questo vale per chiunque purché ci sia innovazione, cambiamento, valori etici e riconoscimento di questa nostra esperienza non caduta dall’alto ma costruita dal basso con due obiettivi essenziali: rottura del sistema e capacità di governo».

Venite con noi

Il sindaco di Napoli ha risposto a distanza anche a chi lo ha accusato di promuovere una politica individualista. Il riferimento è alle parole del commissario del Partito Democratico Stefano Graziano: «È esattamente il contrario – replica – Noi siamo quello che a loro prude un pochino: a noi piace costruire connessioni sentimentali. Loro non la sentono più questa passione». Poi de Magistris lancia la sfida: «Siamo talmente il Noi, che invito tutti quelli dei partiti che non riescono a liberarsi dall’interno, di venire al nostro fianco per essere coinvolti in questo grande processo di partecipazione politica».

Siamo per il dialogo

Sul tavolo di trattative aperto tra Pd e Cinquestelle in merito alla proposta di candidare Nicola Irto, precisa: «Se qualcuno chiede di dialogare con noi, noi ci siamo. Se qualcuno ci vuol far sedere a un tavolo che non ci appartiene non ci siamo. Anche perché noi ci rivolgiamo anche a tutti i calabresi e le calabresi che da tempo non vanno a votare e che quindi a quel tavolo non sono rappresentati. Ripeto: siamo per il dialogo. Anche con gli elettori del centrodestra che non si riconoscono negli apparati dei loro partiti di riferimento. Questo è un momento rivoluzionario: ad ottobre si deciderà tra un voto per la Calabria libera oppure per la sudditanza».