La rottura tra Berlusconi e Toti ha paralizzato le trattative nel centrodestra e fatto rinviare ancora le decisioni in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Ma la rinnovata vicinanza tra Fi e Lega può sparigliare le carte per le Regionali
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Silvio Berlusconi sta un po’ meglio e ha già fatto sentire la sua voce. “Nessuna riunione di coalizione con la partecipazione di Coraggio Italia e di Giovanni Toti”. Un ordine di scuderia chiaro che ha trovato immediata sponda nella Lega di Matteo Salvini che ha subito fatto rinviare la riunione del tavolo nazionale per le elezioni che si sarebbe dovuta tenere la scorsa settimana.
Berlusconi fa una precisa distinzione tra il nuovo gruppo parlamentare di Giovanni Toti che ha “rubato” 12 parlamentari agli azzurri e il partito di Maurizio Lupi Noi con l’Italia che, invece, ha rifiutato più di qualche richiesta di ingresso. La lealtà degli alleati viene prima di tutto per il Cavaliere e, dunque, la frattura con Toti appare al momento difficilmente sanabile.
Il Capitano sta offrendo la sua sponda non certamente per questioni di lealtà ma perché un asse con Forza Italia, con la quale si trova anche a sostenere il governo guidato da Mario Draghi, serve anche a mettere un freno all’avanzata di Fdi di Giorgia Meloni. L’eventuale sorpasso nei consensi di Fdi è visto come il peggiore dei mali da Matteo Salvini che vedrebbe insidiata la sua leadership nel centrodestra.
Le fibrillazioni interne stanno complicando la discussione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali sia per quel che riguarda le grandi città che per quel che attiene le regionali in Calabria. E l’azzeramento dei rapporti tra gli alleati potrebbe portare ad una complessiva rivisitazioni degli accordi e delle candidature.
Rimane così in bilico il nome del capogruppo azzurro alla Camera Roberto Occhiuto che da tempo è stato indicato dal partito come candidato governatore, ma che non viene ancora ufficializzato. La sua candidatura rimane ovviamente più che salda ma i nuovi rapporti nel centrodestra potrebbero anche far mutare lo scenario.
E se davvero l’asse tra Berlusconi e Salvini dovesse rinsaldarsi potrebbero aprirsi ipotesi nuove legate, ad esempio, ad una candidatura dell’attuale presidente della giunta ff Nino Spirlì che, tralasciando le dichiarazioni ufficiali, non disdegnerebbe per nulla.
E poi, anche tra gli azzurri, si fa notare come Roberto Occhiuto, ormai punto di riferimento saldo del gruppo parlamentare alla Camera, potrebbe anche avere aspirazioni più importanti. I precedenti capigruppo di Fi sono diventati ministri (si pensi a Brunetta e Gelmini) e una sorte del genere potrebbe capitare allo stesso Occhiuto se, come pare probabile, dalle urne per le prossime politiche dovesse venire fuori un governo di centrodestra.
Ed allora il candidato in pectore rimane sempre lui, ma fino all’ufficializzazione le manovre continueranno e nessuno potrà neanche pensare che cambiando le carte in tavola si possa escludere Fdi che con Wanda Ferro rimane sempre vigile a scrutare l’orizzonte.