VIDEO | Lavoro, sanità, risorse e tanto altri i temi sui quali le sigle hanno esposto le loro idee e atteso risposte dagli aspiranti governatori
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Dai temi atavici che da tempo la nostra terra si porta dietro a ciò che si potrebbe fare per cambiare registro, dare una sterzata ed uscirne. I sindacati confederali hanno oggi chiamato a raccolta i candidati alla carica di governatore per discutere di sanità, lavoro, infrastrutture. Le sigle hanno voluto capire e sondare ma dal cinque ottobre pretenderanno fatti.
In un noto hotel di Lamezia Terme hanno ricreato un vero e proprio tavolo di domande e risposte, quasi il riproporsi si un esame accademico. Da un lato i docenti universitari, i segretari generali dei tre sindacati confederali, dall’altro i quattro candidati alla guida della Calabria.
Al centro il documento redatto dalle sigle il primo maggio dal titolo “La Calabria si cura con il lavoro”, una sorta di viaggio tra le magagne che la punta dello Stivale si porta da tempo, fino ai paradossi e alle urgenze. Dalla riforma del federalismo fiscale, fino al superamento del criterio di spesa con i lep, i livelli essenziali delle prestazioni, proseguendo poi con i ritardi nella spesa dei fondi comunitari fino alle grandi opere contenute nella programmazione europea, il recovery fund, le infrastrutture e, soprattutto, il lavoro.
Tema che ha trattenuto molto l’attenzione dei candidati. «So cosa significa il confronto con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali. Mi auguro di averli vicini e reattivi verso un cambiamento perché questa campagna elettorale mi ha consegnato la distruzione dei diritti primari previsti dalla Costituzione. Mi auguro che lavoratori di questa terra scelgano per il cambiamento e per l'alternativa. Basta alla stagione delle precarizzazione e delle persone legate al guinzaglio della politica di turno», ha detto intervistato dalla nostra testata Luigi De Magistris.
Molto spazio nella discussione è stato dato anche ai fondi dati col contagocce alla Calabria. Lo ha accennato al nostro microfono l’ex governatore Oliverio secondo il quale tutti, a partire dallo stesso governo, sottovalutano la gravità della situazione in Calabria e per questo non si può cercare di uscire da questo pantano ricorrendo agli stessi metodi. «Sono sceso in campo per esprimere questa profonda insoddisfazione rispetto alle forze nazionali e a tutte le forze politiche perché c'è una prevalenza di attenzione verso il nord che penalizza la Calabria. Si parla di giovani che scappano – ha affermato - di una Calabria che viene abbandonata. È chiaro, se non ci sono politiche nazionali adeguate bisogna esprimere una fortissima iniziativa unitaria, una protesta per cambiare per cambiare registro, per cambiare per cambiare passo».
«Il lavoro è veramente la madre di tutti i problemi – ha, invece, detto la Bruni - e quando non c'è il lavoro i giovani vanno via o ci si rivolge alla ‘ndrangheta, la dignità della persona viene meno. Va fatto un lavoro di ricostruzione, è come se noi fossimo davanti a un libro bianco che dobbiamo completamente riscrivere. Per fare questo bisogna avere la penna e tante idee bisogna, oltre la forza e la collettività vicino.
E c’è chi auspica che il tavolo lasci le sue caratteristiche elettorali per diventare permanente dopo le elezioni.
«Spero diventi un’iniziativa permanente – ha detto Occhiuto - mi candido ad essere presidente di una Regione che riunisca continuamente sia le organizzazioni datoriali che è sindacati La regione ha troppi problemi è troppo gravi perché non ci sia il contributo è la collaborazione di tutti per affrontarli e allora sono contento di questo incontro che è stato denso di contenuti».