Le consultazioni per la formazione del governo che Mario Draghi sta provando a costruire hanno regalato una nuova sorpresa. L’apertura della Lega di Matteo Salvini, in un solo colpo, spariglia le carte sia a destra che a sinistra. Intanto si spacca l’asse sovranista con Giorgia Meloni che rimane isolata all’opposizione. Un movimento tattico per la leader di Fdi che studia da candidata premier del futuro ma che potrebbe avere ripercussioni anche in vista delle prossime elezioni regionali. Non a caso il coordinamento regionale di Fdi si riunirà nelle prossime ore per fare il punto della situazione. Ipotizzare una candidatura in solitaria di Wanda Ferro è ancora prematuro ma che si possa riaprire la discussione interna alla coalizione pare invece essere una certezza. E Fdi, a questo punto, vorrà dire la sua sul nome del candidato anche dovesse rimanere in quota Forza Italia.

Imbarazzi anche a sinistra

Ma l’ingresso di Matteo Salvini, praticamente contemporaneo alla decisione del M5S di sostenere il nuovo esecutivo su ordine preciso di Beppe Grillo, mette in imbarazzo anche il Pd e la parte dei grillini che vede la Lega come il fumo agli occhi dopo la rottura che ha portato alla fine del primo governo Conte.

Una situazione fluida che giustifica anche il temporeggiare del Pd in Calabria prima di annunciare il proprio candidato che, con tutta probabilità, dovrebbe essere l’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. I Cinque Stelle spaccati tra il fronte di governo e quello del no a Draghi, guidato da Di Battista, rischiano di diventare marginali a Roma come in Calabria dove il polo civico di Luigi De Magistris e Carlo Tansi sta risucchiando nelle proprie liste tantissimi pentastellati.

De Magistris e Tansi vicinissimi all'accordo

I due si stanno confrontando anche in queste ore e l’accordo dovrebbe essere vicinissimo con la candidatura alla carica di governatore per il sindaco di Napoli e un ruolo di primo piano per Tansi e i suoi uomini in un eventuale governo civico.

E Spirlì spinge per il rinvio delle elezioni

Si aspetta poi l’insediamento del nuovo governo per avere chiarezza anche sulla data delle elezioni regionali al momento fissate al prossimo 11 aprile. Il presidente facente funzioni Nino Spirlì non può più rinviare di sua iniziativa e per andare ancora oltre serve un intervento del nuovo esecutivo. E l’esponente della Lega che, dopo la riorganizzazione del partito ha acquisito un ruolo importante di gestione, preme per ottenere un nuovo rinvio, almeno fino a giugno, che servirebbe a gestire ancora potere e proseguire nel lavoro di formazione di una propria lista.