VIDEO | Nonostante venga data per scontata la candidatura di Occhiuto, nei partiti è scontro aperto. Il coordinatore regionale di Fi ha preso le distanze dall'ex presidente del Consiglio, mentre nel Carroccio ormai è lotta tra le correnti
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Il centrodestra calabrese sembra sempre di più una polveriera. Nonostante le dichiarazioni diplomatiche provenienti dai partiti che parlano di accordi già conclusi in vista delle regionali e della candidatura del capogruppo alla Camera di Fi Roberto Occhiuto come più che sicura, le tensioni sono alle stelle. Se ne è avuta ultima dimostrazione in occasione della seduta del Consiglio regionale sull’emergenza sanitaria con l’informativa del commissario ad acta Guido Longo.
Lo scontro tra Tallini e Mangialavori
Ad innescare la miccia ci ha pensato nuovamente l’ex presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini che ha puntato l’indice contro il dilettantismo del presidente della giunta facente funzioni Nino Spirlì e contro tutte le disfunzioni nella gestione della pandemia. Il forzista ha chiesto uno scatto d’orgoglio al governo regionale e la creazione di una cabina di regia per far fronte alla nuova ondata del Covid e fare in modo di imprimere un’accelerazione nella campagna di vaccinazione.
A Tallini, che non si è presentato a palazzo Campanella per sottolineare le distanze dall’attuale amministrazione, ha replicato il coordinatore regionale degli azzurri Giuseppe Mangialavori dissociando il partito dalle dichiarazioni del catanzarese che avrebbe parlato a titolo personale e non certo per Forza Italia. A sancire ulteriormente la frattura interna la nuova uscita di Tallini che ha definito “filoleghista” la condotta del senatore vibonese.
I malumori della Lega
Ma se dentro Fi è guerra, nella Lega non si scherza. Dopo la riorganizzazione voluta da Matteo Salvini con la sostituzione del commissario regionale Cristian Invernizzi con Giacomo Saccomanno e i successivi abbandoni, compreso quello dell’europarlamentare Vincenzo Sofo, si è innescato un duro braccio di ferro tra Nino Spirlì e il presidente della VI Commissione Pietro Molinaro. Quest’ultimo qualche giorno fa aveva portato l’organismo da lui presieduto a votare contro il piano di promozione turistica della giunta, mentre in Consiglio ha criticato la gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Regione e chiesto le dimissioni del commissario Longo. La sintesi all’interno della coalizione in vista delle elezioni, insomma, non sembra poi così scontata.