In una lunga intervista a Libero lo sfogo di Berlusconi che preannuncia la rottura con la vicepresidente della Camera pronta a debuttare con l'associazione Voce Libera. I venti di scissione bloccano le decisioni sulle regionali. A questo punto qualsiasi scelta sarà divisiva
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Non si sblocca la situazione nel centrodestra in vista delle prossime regionali. E, seppure Silvio Berlusconi, in una lunga intervista rilasciata a Libero prova a tranquillizzare tutti, dalle sue parole emerge chiaro il momento di difficoltà che attraversa Forza Italia anche per lo scontro in atto con la vicepresidente della Camera Mara Carfagna. «Ormai è questione di ore, non di giorni – ha detto il Cavaliere in ordine agli appuntamenti elettorali di Campania e Calabria – dopo mi aspetto che tutto il partito si impegni per far vincere la coalizione. Non c’è spazio per personalismi o ripicche. Dobbiamo smettere di guardarci l’ombelico ed impegnarci per riportare il centrodestra al governo il prima possibile».
Tutto rinviato
In realtà l’incontro chiarificatore tra i leader di Lega, Fdi e Fi è stato rinviato alla prossima settimana, per come hanno confermato anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni che sono stati in Calabria negli scorsi giorni. E sempre in settimana, a Roma, dovrebbe debuttare l’associazione di Mara Carfagna, “Voce libera”. «L’associazione si pone, come le altre già esistenti in Forza Italia, nell’alveo di Fi e del centrodestra - confermano dall'entourage della vice presidenza della Camera. Si tratterà di un think tank allargato al contributo anche di personalità non legate alla politiche. L’obiettivo è di arricchire di contenuti il dibattito nel centrodestra per colmare un vuoto che si registra nell'area moderata della coalizione».
Area moderata che nelle intenzioni di Mara Carfagna dovrebbe opporsi allo strapotere leghista che starebbe condizionando la linea politica e le scelte sui candidati alle regionali. Sono stati proprio i veti di Salvini su Mario Occhiuto in Calabria e sulla stessa vicepresidente della Camera in Campania ad aprire le porte alle possibilità di Stefano Caldoro e Jole Santelli. Entrambi i nomi, però, appaiono divisivi e in grado di spaccare il partito, come dimostrato in Calabria dalle dichiarazioni dei fratelli Occhiuto a Cosenza e dalle dimissioni della stessa Santelli dalla carica di vicesindaco del capoluolo bruzio.
Il timore della scissione
Il timore di una scissione, con il partito tra il 5 e il 6%, è quello che blocca Berlusconi dalla scelta definitiva. Ma le sue parole a Libero esprimono chiaramente il suo pensiero sulle dinamiche in atto.
«Da quello che è accaduto alla fondazione Open – ha detto Berlusconi - non mi sembra proprio una grande idea. C’è un lavoro da fare nel partito e nel Paese perché siamo alle porte di una vera e propria emergenza democratica, non possiamo perdere tempo con i sottili distinguo politici. L’elettorato non ci capisce: è ora che chi ha dei dubbi se li chiarisca. O dentro o fuori. Il centrodestra deve affrontare otto competizioni regionali nei prossimi sei mesi. Con chi pensano di allearsi i dubbiosi, quelli che vogliono differenziarsi? Con Renzi? Con Calenda? Con chi sostiene questo governo?».
Pari e dispari
Ma Berlusconi diventa ancora più chiaro in un passaggio successivo. «Non possiamo dare l’idea di essere nei giorni pari con Italia Viva e in quelli dispari con la Lega. Renzi si è messo a fare il pastore . Va bene che la transumanza è stata proclamata patrimonio dell’Unesco, ma questo non nobilita né Renzi, né chi lo segue».
Berlusconi, insomma, è pronto alla rottura anche se stavolta potrebbe costare cara in termini di rilevanza futura dello stesso partito. E pronta pare essere Mara Carfagna che aspetta adesso il sì definitivo dei parlamentare che sarebbero pronta a seguirla nella nuova avventura e, tra questi, Roberto Occhiuto. Più scettico appare Francesco Cannizzaro che, dopo aver fiutato l’aria, si sta tenendo lontano dal centro della battaglia e strizza l’occhio a Salvini che è andato a sentire all’Auditorium Calipari di palazzo Campanella.
Berlusconi, così, si trova a dover affrontare due nodi spinosi. Il primo legato alla possibile scissione di Mara Carfagna, il secondo legato ai veti degli alleati con Matteo Salvini che ha espresso perplessità anche sul nome di Jole Santelli che non rappresenterebbe certamente il nuovo, avendo ricoperto la carica di vicesindaco di Mario Occhiuto, messo in discussione per la sua amministrazione e per il dissesto del Comune. In ogni caso la scelta sarà divisiva e, per questo, è divenuta un vero rompicapo.
Riccardo Tripepi