La politica, da sempre fatta di indiscrezioni e rumors, ai tempi dei social rischia di trasformarsi in un eterno “calciomercato”, solo che talvolta - sotto elezioni - il mercato in questione assomiglia assai più a quello delle vacche con giravolte e piroette degne del miglior Rudolf Nureyev se c’è da strappare un posto per sistemarsi. Malgrado ciò, bisogna distinguere fra patti già stretti e in via di definizione. Un aspetto che fa tutta la differenza del mondo in certi frangenti.

Fatta la doverosa premessa, la notizia che si è diffusa in città in questa domenica di “fine estate” ha del clamoroso pur se noi l’abbiamo anticipata quando abbiamo parlato di una soluzione di questo tipo già dieci giorni fa. Il riferimento è al ventilato transito del consigliere regionale uscente Baldo Esposito nell’Udc, che per non restare fuori dai giochi sebbene possa ipoteticamente contare su tante migliaia di voti (ne ha presi quasi 10.500 a inizio 2020, stravincendo ogni confronto nel capoluogo) ha davvero bussato a ogni porta possibile del centrodestra in cerca di un approdo sicuro tale era a un certo punto il timore di non “trovare una casa”. Rischio che il diretto interessato sembrava aver scongiurato con la sistemazione nel movimento dell’ex ministro (ciellino) Maurizio Lupi.

Peccato per lui, però, che la lista trovata sia fortemente indiziata di non arrivare al quorum. Ipotesi nefasta per un aspirante rieletto a cui potrebbe invece essere vanificato un nuovo exploit. Certo, qualcuno pare si sia subito premurato di offrirgli un ottimo paracadute (leggasi una delega pesante in Giunta). Ma con i tempi che corrono forse Esposito avrà pensate a come “fidarsi sia bene, però non farlo sia meglio”. Senza contare del fatto che non gode esattamente dell’amore viscerale di larga parte di Forza Italia (soprattutto quella locale) da cui è stato ostracizzato. Morale della favola, sta ragionando parecchio sul modo di procedere.

Intanto, comunque, c’è chi dice che il suo grande amico e - almeno un tempo leader - Piero Aiello avesse di recente ragionato con qualcuno nella stanza dei bottoni dell’Unione di Centro per far transitare Catanzaro da Vivere (o quanto ne resta dopo qualche scossone interno, pur gestito con maestria dai diretti interessati) per capire se ci fossero i margini per lanciare un’Opa sullo Scudocrociato. Operazione può darsi giudicata prematura, o persino troppo avventata, ma rispetto a cui l’iniziale arrivo di un big come Esposito potesse essere propedeutico alla successiva realizzazione del progetto nell’immediato futuro.

Di sicuro c’è che il gruppo aielliano senza una precisa collocazione in una realtà nazionale di peso, malgrado quanto faccia e ottenga sul territorio, resta in perenne… pericolo di restare ai margini e non in grado di essere assoluta protagonista, talvolta come allo stato attuale addirittura priva dei requisiti per sedersi al tavolo delle trattative, eccetto che per qualche abboccamento su iniziativa del singolo. Un’azione magari anche molto qualificata, però oggettivamente depotenziata.

A prescindere da tutto, chi farebbe però posto al Baldo campione di preferenze se l’accordo con la famiglia Sculco (da poco diventati maggiorenti del partito cesiano in Calabria) andasse a buon fine? Semplice: Sergio Costanzo. Che secondo i boatos riportati rinuncerebbe a correre alle prossime Regionali, accettando una congrua contropartita in termini politici proprio da una Flora la quale, anche arrivasse dietro a Esposito e non fosse eletta, andrebbe, lei sì, dritta-dritta a sedere nell’esecutivo Occhiuto.
Tutto risolto, allora? Nemmeno per idea, perché Costanzo - da noi subito sentito telefonicamente - smentisce seccamente l’ipotesi prospettata, pur aggiungendo una frase dalla “lettura ampia” cioè aperta a varie interpretazioni: «Sul piano personale stimo molto Baldo e ci tengo a dirlo. Ma attenzione, tengo altrettanto a sottolineare come sul piano politico siamo figure del tutto incompatibili. Ergo, dove ci sono io non ci può essere lui e viceversa».