Si sono sfidati a duello, ovviamente politico, Rosaria Succurro e Mario Oliverio. La posta in palio è San Giovanni in Fiore, il paese montano più popolato della Calabria che da sempre offre alla politica calabrese esponenti di primo piano a partire dal compianto ex presidente della Provincia di Cosenza Tonino Acri. Lì si voterà fra un anno per rinnovare sindaco e consiglio comunale.

Oliverio l’altro giorno ha partecipato ad una riunione di alcuni cittadini che hanno offerto un giudizio sferzante contro l’amministrazione Succurro, arrivando anche a denunciare il ruolo non chiaro del marito, l’ex esponente Pd Marco Ambrogio, sia al Comune di San Giovanni sia alla Provincia di Cosenza dove la Succurro è presidente. L’ex presidente della giunta regionale ha detto a chiare lettere di non volersi candidare a sindaco, ma di essere pronto ad offrire il suo contributo, soprattutto in termini di esperienza per fermare la deriva che ha preso la sua città natale.

Un peccato il mancato impegno diretto perché sarebbe stato davvero interessante assistere ad una sfida fra due mondi così diversi che si scontrano. Non parliamo soltanto delle radici politiche. Da un lato c’è infatti la Succurro che è donna di punta del centrodestra degli Occhiuto. Sindaco di San Giovanni in Fiore, presidente della Provincia, presidente dell’Anci regionale è lei che gli Occhiuto avrebbero individuato per portare la bandiera di Forza Italia alle Europee.

Mario Oliverio, invece, è uno dei massimi esponenti calabresi del Pd o almeno lo era visto che da anni è in conflitto con il suo ex partito. Partito dalle lotte per la terra dei contadini silani ha attraversato tutti i ruoli istituzionali: consigliere e assessore regionale, più volte deputato, due volte presidente della Provincia ed infine presidente della Giunta regionale.

Ma non si tratterebbe solo di uno scontro fra due mondi politici così distanti, sarebbe anche un confronto fra il vecchio modo di fare politica e quello attuale. Oliverio, infatti, ha lanciato la sua sfida al termine di una riunione come detto. Quindi la politica come un tempo, con le grandi assemblee orizzontali, le discussioni, il documento diffuso a fine dibattito. La Succurro ha risposto con un video postato sui social dove difende il suo operato da sindaco e contrattacca.

«Con me – ha detto la Succurro – San Giovanni in Fiore è diventata città. Abbiamo aperto cantieri per 30 milioni di euro, fornito assistenza ai più deboli, riaperto la scuola alberghiera insieme alla Regione Calabria, messo a posto i conti del Comune, stabilizzato più di 100 precari storici, creato lavoro per oltre 200 persone, riqualificato interi quartieri e rilanciato i servizi, la cultura, il turismo e l’economia. Capisco che questo possa dare fastidio ai vecchi politicanti, ma ciò non può essere motivo per insultarmi, screditarmi e far credere all’opinione pubblica che siamo, come ha scritto qualcuno, una piovra mafiosa. Quando si ricorre a questi metodi, a questo linguaggio, significa che c’è qualcosa di insano che va denunciato senza paura. In quanto a Mario Oliverio, ricordo che era in politica quando io facevo la prima elementare. Ora ha 71 anni, è stato consigliere, assessore regionale, sindaco di San Giovanni in Fiore, quattro volte parlamentare, presidente della Provincia per dieci anni e presidente della Regione. Ma non ricordo né io né i sangiovannesi che lo stesso Oliverio abbia lasciato opere in città e per questo è stato politicamente bocciato più volte. Caro Oliverio, – conclude Succurro – se vuoi candidarti, dillo chiaramente, ci misureremo sui fatti e sulla visione politica. Un unico consiglio: presta attenzione agli amici politici di cui ti circondi, perché proprio questo è stato il tuo più grosso problema, anche da presidente della Regione. Ti saluto con un sorriso e senza rancore. Se vorrai, ci sottoporremo al giudizio degli elettori sangiovannesi. Sarà un piacere e un dovere batterti senza trucchetti».

Vedremo come andrà avanti la sfida e se le mosse di Oliverio sono tattiche, per indebolire politicamente la Succurro, o se sfoceranno in una vera e propria battaglia elettorale.