La prima sezione del Tar della Calabria, presieduta dal magistrato Vincenzo Salamone, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Emira Ciodaro, in merito al risultato ottenuto nelle recenti elezioni comunali di Paola. Candidata nella lista del Partito Repubblicano a sostegno di Basilio Ferrari, la Ciodaro, ex presidente del consiglio comunale, è rimasta fuori dal civico consesso per una manciata di voti.

L'obiettivo era scalzare Limardi dal consiglio comunale

Ritenendo di essere stata danneggiata in sede di scrutinio, si è rivolta alla giustizia amministrativa sostenendo che molte schede recanti preferenze in suo favore erano state annullate dai presidenti di seggio in maniera illegittima. Con l'assistenza legale dell’avvocato Santo Viotti del foro di Catanzaro, si è allora rivolta al giudice per chiedere la correzione del risultato elettorale o in subordine, il riconteggio dei voti. Secondo Emira Ciodaro, l’attribuzione delle schede contestate le avrebbe consentito di scavalcare Vincenzo Limardi, proclamato eletto.

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Mancano prove documentali e riscontri oggettivi

Il Tar ha invece dichiarato il ricorso inammissibile poiché, si legge nel dispositivo, non è stata prodotta alcuna documentazione di prova tale da giustificare l’annullamento dei verbali. In sostanza mancano riscontri oggettivi. I rappresentanti di lista, in sede di scrutinio, avrebbero dovuto contestare formalmente le decisioni del presidente e depositare le schede di dubbia attribuzione in un plico a parte. Non è escluso che la Ciodaro decida di ricorrere al Consiglio di Stato.