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«La disfatta elettorale nella Circoscrizione Calabria-01 è stata devastante e mette oggi in discussione la possibilità di mantenere in vita il progetto del Partito Democratico in provincia di Cosenza. I dati sono eloquenti e non opinabili: il Pd ad esempio in provincia di Cosenza si è fermato al 13,62%, il M5S ha sfiorato invece il 52%». È quanto si legge in una nota Coordinamento provinciale Dems di Cosenza.
«Ci saremmo aspettati che, di fronte al responso elettorale che relega il Pd in una posizione di irrilevanza politica soprattutto in una provincia come quella di Cosenza, dove la presenza del governo regionale è stata più marcata che in altre parti della regione, la classe dirigente facesse un passo indietro.
Ricordarsi solo oggi di convocare l’assemblea provinciale del Pd, dopo quella di novembre in cui, indicando la strada dell’unità, avevamo dato la nostra disponibilità convergendo tutti sulla candidatura di Luigi Guglielmelli a segretario provinciale del Pd, ha fatto emergere una gestione del partito monarchica e padronale. Il processo unitario che ci ha visti responsabilmente protagonisti è naufragato per responsabilità evidenti di chi pensa che il Pd sia cosa sua.
Ci meraviglia – si legge ancora - l’atteggiamento dell’ex segretario regionale Ernesto Magorno che era stato garante e promotore di questo processo trasparente di unità per far diventare il Pd la casa comune di tutti noi. Ecco perché non siamo disponibili a partecipare alla spartizione delle spoglie del Pd. Ed è anche per responsabilità evidenti di coloro che hanno gestito il partito che siamo scesi al 13%.
L’arroccamento di Guglielmelli e dell’area renziana, della prima e seconda ora, rischia di portare il Pd al suicidio. Il voto del 4 marzo ha prodotto un risultato senza precedenti: nel Mezzogiorno infatti ha spazzato via un’intera classe dirigente. E questo è avvenuto in un particolare momento storico visto che, per la prima volta nella storia della Repubblica, governavamo il Paese e tutte le regioni del Sud. I dati parlano chiaro: non è più il tempo di continuare con la gestione ordinaria del Partito e questo risultato elettorale in Calabria, e nel resto del Mezzogiorno, ha messo in discussione lo stesso progetto del Pd.
Crediamo sia necessario avviare una fase costituente, aperta a tutte le forze democratiche e al mondo delle associazioni, che sappia interpretare l’esigenza di cambiamento richiesta dagli elettori. Bisogna costruire un progetto per il Sud partendo dai contenuti e non, come si sta tentando di fare, dall’assemblea provinciale di venerdì dove si tenterà di ridurre la questione, facendo semplicemente finta che non sia successo nulla.
“Il mare calmo non ha mai fatto buoni marinai”, ha scritto qualche giorno fa Maurizio Martina. Ha ragione il segretario reggente del Pd: mai il mare è stato così burrascoso per il centrosinistra italiano e per il Pd che è arrivato a toccare il minimo storico della sua lunga storia. Ma è anche vero che mai il mare è stato invece così calmo e tranquillo per la classe dirigente del partito che, al di là di qualche articolo o intervento, si sta rilevando incapace di affrontare una crisi così grave e potenzialmente letale, sia in termini culturali che politici. Questo – conclude la nota - crediamo sia solo un tentativo maldestro per non far emergere le proprie responsabilità, evitando di dimettersi così come ha fatto qualche settimana fa il segretario nazionale Matteo Renzi».