Un giovane medico fuori dalla politica e dalle logiche dei partiti. Gino Promenzio da giovane frequentava gli ambienti della sinistra giovanile, ma poi ha preso la valigia ed è andato fuori, anche all’estero, per i suoi studi, le sue ricerche, per affermarsi come ortopedico. Ed oggi è uno specialista di fama nazionale, presidente di associazioni, con docenze universitarie importanti.


Gino Promenzio ha in mente il proposito di compiere una rivoluzione: unire le due cittadine che si sono sempre detestate, Rossano e Corigliano, per farne la grande città dello Ionio calabrese, una delle più importanti della Calabria.
Qui la ricchezza non manca. C’è uno straordinario territorio vocato all’agricoltura, al turismo, alla cultura e alla storia.
Ma ci sono anche tanti guai, una eredità pesante dal punto di vista amministrativo. Ma lui, medico lontanissimo dalla tradizione politica fallimentare della Calabria, ha lanciato la sfida: «Voglio fare il sindaco di Corigliano-Rossano, per unire, per costruire, per guardare avanti ma fuori dai vecchi schemi».


Ed lo ha dimostrato subito. Alla presentazione di domenica mattina, al cinema San Marco di Rossano, c’era tantissima gente, ma veramente tanta, come non se ne vedeva da parecchio tempo. Lui che non ha mai nascosto le sue simpatie verso il Partito democratico (senza mai partecipare alle battaglie intestine), sale sul palco senza simboli, senza bandiere, senza le vecchie litanie di una politica ormai morta.
Lui ha raccontato e si è raccontato, ha proposto, suggerito, parlato in positivo, sempre per la volontà di un radicale cambiamento. Tranquillo, pacato, attento. Ma è stato un netto ed ha alzato la voce, nel dire NO alla criminalità, NO al malaffare, NO alla mala politica e alla corruzione.
Ha così aperto le porte ad una nuova stagione politica calabrese. Senza colori, senza bandiere, senza distinzioni. Perché prima di tutto lui ha parlato di fare, di costruire, di tracciare la strada verso il futuro.


Forse la politica di questa terra, che ha fallito tutti i suoi obiettivi, potrebbe aver trovato un nuovo leader: ma lui per ora sogna di fare il sindaco di questa nuova città che ha saputo unirsi, mentre tutto attorno c’è lacerazione e sconfitta.
Vuole costruire l’immagine di una nuova realtà, vuole parlare direttamente alla gente, vuole essere positivo. Sono queste le sue carte vincenti, proprio quelle che non ha la sinistra calabrese e che non cerca la destra o i neo populisti.
C’era tantissima gente dicevamo ad accogliere la sua proposta di candidatura sindaco, tante associazioni, la società civile, pochissime espressioni politiche, qualche ex amministratore di sinistra e di destra.


Quasi totalmente assente il Pd (ma quello locale è tutto per Promenzio) se si esclude Franco Pacenza che è di quella zona, se si esclude l’ex parlamentare Franco Laratta, amico personale di Gino Promenzio, ma non si sono visti consiglieri regionali, non si sono visti parlamentari, nessuno della giunta regionale.
Ma è forse proprio questo fa di Gino Promenzio un uomo politico diverso, non di apparato, senza una storia politica alle spalle, uno decisamente di rottura, nella Calabria in cui la politica è finita da tempo.