Franz Caruso e Maria Teresa Fragomeni colorano di rosso la tornata amministrativa che è iniziata il 3 e 4 ottobre ed è finita proprio oggi pomeriggio, intorno alle 17 quando era ormai acquisito il dato di Cosenza e di Siderno, ultime due città calabresi impegnate nell’elezione del sindaco al turno di ballottaggio.

Ma del simbolico rosso del centrosinistra si è colorata sostanzialmente tutta l’Italia dei Comuni, considerato che nelle grandi città il centrodestra è praticamente sparito. Le coalizioni riformiste e progressiste hanno inflitto un secco 5 a 1 agli avversari politici: dopo Milano, Napoli e Bologna conquistate al primo turno, si sono unite oggi Roma e Torino, mentre al centrodestra resta la sola Trieste.

Risultati ballottaggio, le reazioni

«Ho sempre imparato che la cosa più importante è ascoltare gli elettori. E loro sono più avanti di noi, si sono saldati e fusi, quelli del centrosinistra e della coalizione larga che ho voluto costruire. Con una vittoria trionfale». Così, un entusiasta Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, ha salutato il responso dei ballottaggi, parlando di «risultato clamoroso e importante in tutta Italia».

Dal Nazareno Letta punta sul concetto di unità, che si contrappone in qualche modo a quanto successo alle regionali calabresi: «Unità vuol dire migliori candidati, una coalizione larga e uno sforzo di allargamento fondamentale. Abbiamo vinto sia quando la destra ha sbagliato che quando ha azzeccato i candidati. Ho sentito una conferenza stampa surreale di Salvini che raccontava una vittoria del centrodestra, pensavo fossero immagini di archivio».

E invece non lo erano, perché Matteo Salvini, a Catanzaro per un importante incontro con i leghisti calabresi vede il bicchiere mezzo pieno: «Passiamo da 8 a 10: al momento il centrodestra ha più sindaci rispetto a 15 giorni fa» ha detto a caldo il leader della Lega, che ha preferito spostare l’attenzione sul dato dell’affluenza. «Se uno viene eletto da una minoranza della minoranza è un problema non per un partito, ma per la democrazia».

Di diverso avviso Giorgia Meloni che, riconoscendo la sconfitta, prova a stemperare i toni trionfalistici di Letta e del centrosinistra: «Il centrodestra esce sconfitto alle amministrative: non riusciamo a strappare al centrosinistra le grandi città. Ma da sconfitta a debacle, è eccessivo. Debacle è del M5s, il Pd sta festeggiando sulle spoglie degli alleati grillini».

Il voto calabrese

Il voto calabrese ha quindi una sua peculiarità. È in controtendenza rispetto al dato delle amministrative nazionali, con il trionfo di Roberto Occhiuto alle regionali, ma va di pari passo alle scelte più strettamente legate agli amministratori, più che ai partiti, che saranno chiamati a governare le città.
Servirà in questo senso un patto vero, trasversale, tra Regione e amministrazioni locali per trovare a tirare su una Regione che anno dopo anno rischia di sprofondare sommersa dai suoi problemi.

I veri vincitori di questa tornata elettorale regionale sono insomma da considerare i moderati, senza i quali, è il messaggio che arriva proprio dalla nostra Regione, proiettandolo a livello nazionale, non si può governare. Ed è quello a cui puntavano gli azzurri, alle prese con l’ondivaga idea di una grande federazione di centrodestra che prova a mettere all’angolo gli estremismi e i populismi. La Lega e Fratelli d’Italia, costrette ad inseguire, escono sostanzialmente con un pari, se si guarda alla rappresentanza in Consiglio regionale. Ma viene meno il consenso.

Se proprio si vuole analizzare il voto, però, occorre partire da quello che non è stato espresso. Il popolo calabrese, ormai assuefatto e rassegnato, alle urne non c’è andato. L’affluenza è stata più bassa delle precedenti regionali, e il dato che si riferisce ai ballottaggi diventa ancora più preoccupante. I partiti e la politica in generale, devono continuare ad interrogarsi sui perché della disaffezione dei calabresi, provando a recuperare il terreno perduto.

A proposito di ballottaggi, il risultato di Cosenza e Siderno consegna un altro messaggio. Nella città bruzia in nome dell’alternanza viene bocciato il centrodestra degli Occhiuto: di Mario che ha governato fino a ieri e di Roberto che nonostante la vittoria non è riuscito a imprimere la forza necessaria a Francesco Caruso. È invece rifiorito il garofano in una città dall’enorme tradizione socialista, ponendo Franz Caruso su un piedistallo, quale unico sindaco del vecchio garofano in tutta la Penisola. Sfida vinta quindi per i socialisti che dopo anni di oblio avevano presentato il simbolo nella competizione elettorale regionale, non ottenendo quanto sperato.

A Siderno, dopo la parentesi commissariale ci si aspettava, anche solo per reazione, una partecipazione maggiore. A vincere, nella cittadina della fascia jonica reggina, è stato probabilmente il partito territorialmente più radicato – il Partito democratico – a dimostrazione che va privilegiato il rapporto coi cittadini rispetto alla politica dei salotti e dei notabili.

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