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Tutto su misura per danneggiare le imprese in un primo tempo vincitrici e poi, tout court, escluse. Così ipotizzano gli inquirenti. E una pioggia di inviti a comparire davanti ai magistrati si abbatte sull'ex giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti. Gli avvisi sono vergati dai pm di Catanzaro Fabiana Rampino e Domenico Guarascio, titolari dell'indagine sul bando per i finanziamenti inerenti l'edilizia sociale, varato nel 2008 dall'esecutivo Loiero e dall'esecutivo di centrodestra annullato nel 2010 e quindi ripubblicato. Sul registro degli indagati, quindi, l'allora presidente della giunta regionale Scopelliti, la sua vice Antonella Stasi e gli assessori pro tempore Piero Aiello, Giacomo Mancini, Domenico Tallini, Mario Caligiuri, Antonio Caridi, Franco Pugliano, Franco Stillitani, Fabrizio Capua e Michele Trematerra. Sull'invito a comparire notificato dai carabinieri non risulta il nome dell'allora assessore regionale ai Lavori pubblici, oggi vicepresidente del Consiglio regionale, Pino Gentile.
L'inchiesta mira a far luce sulle presunte illegittimità connesse alla gestazione, all'annullamento e alla ripubblicazione del bando per gli alloggi di edilizia sociale, con una graduatoria finale che ha praticamente stravolto quella scaturita al termine della prima selezione avviata con la giunta Loiero. Quattro le imputazioni formulate dalla Procura di Catanzaro tutte correlate ad ipotesi di abuso d'ufficio in concorso. Al vaglio degli inquirenti anche il lavoro condotto dalla burocrazia regionale e dalla commissione che avrebbe perorato l'annullamento del bando. «Tutto ciò, secondo i magistrati, avrebbe arrecato «intenzionalmente ingiusti danni alle imprese risultate vincitrici in base alle graduatorie approvate ed ammesse al finanziamento».