Niente toni inappropriatamente scandalistici o frasi a effetto per far conoscere una vicenda che è sì giusto portare alla luce, ma senza montare casi parlando alla pancia della gente. Il riferimento è ai costi del cosiddetto staff del sindaco, previsto dalla legge e dai regolamenti quale “organo” necessario per chiunque debba gestire una realtà complessa come il Comune di Catanzaro. Che, però, ha spese di funzionamento, per così definirle, anche ingenti. Ben dieci sono infatti le figure che si possono inserire in questa speciale pianta organica. Ma attenzione, perché alcune ne faranno parte a tempo parziale e al 50%, come accade per le strutture degli eletti in Regione, e una sarà invece scelta fra i dipendenti di Palazzo De Nobili. Si tratta dunque di persone che, unitamente al primo cittadino, formeranno una squadra di esperti in vari ambiti composta dunque in toto da 11 unità per un esborso complessivo annuo a carico dell’ente, comprese tasse et similia, pari a circa 315mila euro. Senza contare gli emolumenti del sindaco e dell’unico elemento interno al Comune e quindi già stipendiato a… prescindere.  

Le figure richieste

Le figure richieste (forti della copertura della delibera di Giunta dello scorso 27 luglio), prima di vedere nel dettaglio quanto percepiranno, saranno un capo di Gabinetto, ruolo apicale con retribuzione di area dirigenziale delle Funzioni locali; due specialisti della comunicazione ufficiale a tempo pieno (categoria D); uno specialista dei rapporti con i media a tempo parziale, al 50% (D); due istruttori direttivi a tempo parziale, al 50% (D); due istruttori amministrativi a tempo pieno (C); un istruttore amministrativo a tempo parziale, al 50%, “impiegato” comunale (C) e un collaboratore-esecutore tecnico a tempo pieno (B1), con mansioni di autista e segretario particolare del primo cittadino. A riguardo, i nomi (alcuni peraltro certi) che circolano sono dell’ingegnere Pasquale Squillace, della “Sardina” Jasmine Cristallo, dei giornalisti Marcello Barillà, Edoardo Corasaniti e Domenico Iozzo (quest’ultimo da anni in forza all’Ufficio Stampa dell’ente con il predecessore di Fiorita Sergio Abramo e soprattutto con il suo capo, prima che andasse in quiescenza, Sergio Dragone). Senza scordare l’aspirante membro del civico consesso non rieletto Lorenzo Costa (si verificherà se, e a quale titolo, collocato). Comunque sia, in attesa della conferma di tali indiscrezioni, l’aspetto basilare - essendoci in ballo un bel po’ di soldi pubblici - è appunto vedere chi e per quale ragione sarà incaricato.

La necessità di capire i criteri di scelta

Al di là di quanto costi, una questione chiave è che nello staff si ravvisino le competenze, i titoli e le esperienze, che ci si aspetta da quanti percepiranno per i prossimi anni un lauto stipendio pubblico in virtù di una nomina fiduciaria a chiamata diretta.  Questo, è bene ribadirlo, lo si saprà soltanto a nomine fatte e ufficializzate, anche se sulle decisioni di Fiorita non potranno non pesare criteri politici. Quelli che, ad esempio, sarebbero alla base di eventuali chiamate di soggetti nient’affatto titolati, bensì caldeggiati da partiti e maggiorenti, pure di centrodestra, a cui il sindaco ha fin qui dato prova, sebbene per esigenze contingenti causate dalla mancanza di una vera e salda maggioranza in Consiglio, di prestare molto orecchio. E si badi, non è unicamente al livello di formazione del singolo collaboratore che si fa riferimento, considerato come il profilo a cui si guarda è anche basato sulla trasparenza dei comportamenti e la buona fama da cui si è accompagnati (ci mancherebbe!). Ma si fa attenzione pure all’esperienza maturata sul campo, dote indispensabile per la conoscenza di certi meccanismi e gangli dell’Amministrazione tanto complessi da poter essere gestiti esclusivamente con la pratica. Il guaio però è che almeno in un paio di situazioni, si ribadisce ancora da acclarare, mancherebbe proprio questa fondamentale qualità, essendosi Fiorita orientato a premiare persone semmai in grado di “galleggiare” spostandosi da una sponda all’altra dello scacchiere politico sostituendo il mandato elettivo o “il premio di consolazione” a una stabile occupazione. Una sorta di welfare, garantito da un sindaco che darebbe così l’impressione di snobbare i curricula in favore, in taluni casi, di criteri diversi.

Il costo dello staff di Fiorita

Ecco nel dettaglio gli esborsi per lo staff di Fiorita: oltre 61mila euro di retribuzione fissa con oneri all’anno per il capo di gabinetto (come premesso qualifica dirigenziale, destinata a Squillace) che percepirà uno stipendio mensile di più o meno 3.500 euro (con tale ripartizione specifica, invalsa per tutti i membri ma con coefficienti differenti a seconda delle posizioni: retribuzione fissa annua di 45.200 euro con salario accessorio di 12mila euro e salario accessorio con oneri di 15.800 euro). A cui si aggiungono le somme per le due categorie D a tempo pieno a cui spetterà una retribuzione fissa con oneri annua di 32.700euro , una quota mensile di 1.850 euro, una retribuzione fissa di 24mila euro; un salario accessorio di 3.600 euro e un salario accessorio con oneri di 4.800 euro; le cifre per ulteriori tre cat. D, però al 50% e a tempo parziale, con una retribuzione annuale fissa con oneri di poco inferiore ai 16.500 euro con paga mensile di 930 euro, retribuzione fissa di 12mila euro, salario accessorio di 3.600 euro, salario accessorio con oneri di 4.800 euro; le risorse per due cat. C a tempo pieno (mentre la terza cat. C sarà, come detto, destinata a un dipendente a tempo indeterminato dell’ente) con una retribuzione fissa con oneri all’anno di 30mila euro (di cui 1.700 euro mensili, una retribuzione fissa di 22mila euro un salario accessorio di 3mila euro e un salario accessorio con oneri di 4mila euro) nonché, infine, le somme per una B con una retribuzione fissa con oneri di 26.600 euro annui, di cui 1.421 euro mensili, una retribuzione fissa di 18.500 euro, un salario accessorio di 3.600 euro e un salario accessorio con oneri di 4.800 euro.