Carlo Guccione è la prima vittima eccellente del nuovo vademecum per le elezioni voluto dalla coalizione di centrosinistra. “Salvi” Irto e Bevacqua. Ma liste e nomi sono sottoposti all’insindacabile giudizio della candidata presidente (ASCOLTA L'AUDIO)
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È stato finalmente pubblicato il Codice etico adottato dalla coalizione di centrosinistra capitanata dalla candidata presidente Amalia Bruni. Lo si può trovare sulla pagina web brunipresidente.it ed arriva proprio nel momento in cui la Commissione parlamentare antimafia ha fatto filtrare le prime indicazioni provenienti dal controllo preventivo delle undici liste inviate a Roma. Liste, tra le quali, non figura il Partito democratico, ma solo le liste di Tesoro Calabria e Calabria Libera, insieme a quella dei 5 stelle.
«La nostra vittoria»
Un fatto curioso (ma non troppo) se si pensa che ad insistere sul codice etico sia stato proprio Carlo Tansi che saluta come una vittoria personale l’approvazione del codice stesso. Proprio ieri l’ex numero uno della Protezione civile commentava l’approvazione così: «Questo vuol dire che non vedremo più le solite vecchie facce, e neanche loro parenti o prestanomi, che da 30 anni sono responsabili del fallimento della Calabria. I denigratori seriali non avranno più argomenti su cui speculare. È una vittoria epocale contro il Put (Partito Unico della Torta) che sto combattendo dall'interno del sistema marcio, come un Cavallo di Troia».
Per Tansi l'approvazione del Codice Etico renderà credibile la coalizione agli occhi dei calabresi che sceglieranno «l'affidabilità dell'allieva di Rita Levi Montalcini», Amalia Bruni, e consentirà di battere «l’incubo di consegnare a Spirlì-Occhiuto il futuro della Calabria e dei nostri figli».
Chi è salvo e chi no
A sentire l’entourage di Amalia Bruni, però, si fa notare che il Codice etico in essere prende le mosse da quello già preesistente nel Partito democratico, con la sola aggiunta di quella sorta di “clausola Tansi” che mette un limite alle legislature pregresse dei candidati. Dapprima individuate in tre, ma adesso si scopre che la coalizione si impegna a non candidare chi abbia svolto 2 mandati elettivi completi come consigliere e assessore.
Una precisazione – quella dei mandati “completi” - che da una parte “salva” Nicola Irto e Domenico Bevacqua che la seconda legislatura non l’hanno completata per via del prematuro “scioglimento” del Consiglio dopo la morte della presidente Jole Santelli; ma che dall’altra fa una prima vittima eccellente in Carlo Guccione (che era già alla sua terza legislatura), che però ha ricevuto la promessa di un incarico politico nazionale dal segretario del Pd, Enrico Letta, limitando al massimo i danni.
Principi e comportamenti
“Pluralismo, onestà, trasparenza, lotta alle disuguaglianze, il riconoscimento della politica come mezzo di ascolto della cittadinanza e risoluzione dei suoi problemi”.
Da questo parte il codice etico appena pubblicato. «Da questa griglia di valori. Da questo paradigma ideologico. Ci unisce tutti. Tutti i candidati della coalizione. Uniti per un grande obiettivo: cambiare la nostra Calabria. E farlo non dimenticando mai i valori che ci tengono uniti».
Il Codice, snello, consta di soli 4 articoli, e nella premessa sottolinea che le ipotesi di cambiamento avanzate dalla coalizione vanno di pari passo alla necessità di evitare fenomeni di trasformismo e familismo sostitutivo di persone che secondo il codice etico non sono candidabili. Insomma chi vuole candidarsi deve accettare e sottoscrivere il codice etico, tenendo ben presente che «la preventiva accettazione delle liste che intendono proporre il collegamento e dei singoli candidati che ne fanno parte, è sottoposto all’insindacabile giudizio della candidata Presidente».
Il primo articolo riguarda i “Principi di riferimento dei comportamenti individuali e collettivi”, il secondo si occupa delle “Responsabilità personale dei candidati e degli eletti”; il terzo si concentra sulla “- Leale collaborazione e sostegno alla vita della Coalizione”. Il quarto ed ultimo articolo riguarda invece le “condizioni ostative alla candidatura e obbligo di dimissioni”.
Tra le cause ostative, ovviamente le sentenze di condanna, le misure cautelari (non annullate in sede di impugnazione) e l’applicazione di misure di prevenzione personali o patrimoniali, con la sottolineatura che tali condizioni ostative alla candidatura vengono meno in caso di sentenza definitiva di proscioglimento, di intervenuta riabilitazione o di annullamento delle misure personali o patrimoniali.
La coalizione ancora si impegna a non candidare: i proprietari o coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano a livello nazionale, e locale, nel settore della informazione, ovvero il loro coniuge, parenti o affini; e le persone nei cui confronti siano state applicate misure di prevenzione personali e patrimoniali per essere dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni o delle donne, la sicurezza o la tranquillità pubblica.
«Ove sopravvengano queste condizioni – conclude il Codice etico - gli eletti, i titolari di incarichi all'interno della Coalizione, ovvero il personale di nomina politica, rassegnano le dimissioni dal relativo incarico».