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Adesso è ufficiale: la lista Cosenza Popolare resta fuori dalle elezioni comunali in programma per il prossimo 5 giugno. Il Tar ha deciso di respingere il ricorso presentato dal movimento che fa capo alla famiglia Gentile dopo la ricusazione decisa dalla commissione elettorale di Palazzo dei Bruzi.
Il peggiore incubo di Enzo Paolini, dunque, si è trasformato in realtà. La lista del Nuovo Centrodestra con la quale il candidato sindaco sperava di poter dare filo da torcere a Mario Occhiuto e Carlo Guccione non correrà al suo fianco. Troppo gravi gli inadempimenti formali per il Tribunale amministrativo: i Gentile, come si ricorderà, avevano usato moduli risalenti al 2002 per le accettazioni dei singoli candidati. Moduli che non contenevano le espresse diciture previste dalla legge Severino in relazione alla incandidabilità dei vari aspiranti.
“Non faremo mancare il nostro appoggio a Enzo Paolini” è il mantra che dal quartier generale di Ncd è partito non appena la decisione del Tar è stata resa pubblica. Ed al candidato sindaco hanno cominciato subito a fischiare le orecchie. La singolarità di quanto accaduto, infatti, non sfugge a nessuno e neanche all’avvocato del Pse.
Il pressing del Pd sui fratelli Gentile è stato asfissiante fin dalla scelta di Lucio Presta per diventare poi quasi uno stalking dopo il ritiro del manager e la scelta di puntare su mister 13mila preferenze, Carlo Guccione. Tanto che, durante l’inaugurazione del Museo di Reggio, il senatore Tonino Gentile aveva dato aperture ad un accordo sul nuovo candidato direttamente a Marco Minniti.
Aperture che, però, non hanno poi avuto seguito. “Per una questione di coerenza” - hanno spiegato i big degli alfaniani - “e di lealtà” verso Paolini. In realtà il balletto andato in scena tra Reggio e Cosenza mentre Minniti, con il benestare di Renzi, provava a chiudere il cerchio su Guccione pare sia stato determinato piuttosto da diversità di vedute all’interno della famiglia Gentile. Mentre Tonino era a Reggio a godersi il momento insieme a mezzo governo Renzi, Katya Gentile (figlia del fratello Pino) si faceva immortalare al fianco di Enzo Paolini. Una dimostrazione plastica delle discussioni in famiglia che probabilmente non si sono ancora esaurite.
Un percorso politico assai incidentato, insomma, che ha trovato la sua summa nel colpo di teatro finale: l’esclusione della lista dalla competizione elettorale per un errore che pare difficile possa essere capitato a veterani delle competizioni elettorali di ogni livello, in grado di conoscere modelli prestampati e schede meglio delle stesse Commissioni tecniche.
Ed allora è assai complesso non considerare l’interpretazione di chi vede in questo epilogo l’ennesimo jolly pescato dai Gentile che, d’incanto, sono riusciti a tornare indietro senza farlo davvero e ad avere le mani libere alle urne senza una lista che metta nero su bianco i voti presi da ciascun candidato. Da qui gli incubi di Paolini che, adesso, vede allontanarsi ogni ipotesi di ballottaggio e crescere la distanza con i rivali.
Riccardo Tripepi