Il consigliere regionale che si era autosospeso dagli incarichi istituzionali, rimane indagato nell’inchiesta su mafia e politica a Reggio Calabria e si sfoga: «Data rilevanza a parole fuori luogo che a tanti di noi capita di esprimere in libertà, in privato»
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Consigliere regionale Giuseppe Neri FdI
«Sono sereno e nella certezza di non aver commesso alcun reato. Sono e sarò sempre fiducioso nella Giustizia e anche se questa vicenda ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia, insieme ai miei legali stiamo conducendo una battaglia di civiltà e rispetto delle regole democratiche».
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri all’indomani del “no” all’arresto arrivato dalla Cassazione che, definendolo «illogico e privo di pregio”, ha respinto la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Reggio Calabria che ha indagato il politico reggino (con lui anche il consigliere comunale dem Giuseppe Sera, e in prima battuta anche Giuseppe Falcomatà) nell’ambito dell’inchiesta “Ducale” con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
Come si ricorderà la Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo, il 12 febbraio ha chiuso l’inchiesta “Ducale” contro la cosca Araniti di Sambatello che avrebbe avuto un ruolo attivo alle elezioni regionali del 2020 e del 2021 e alle elezioni amministrative del settembre 2020, indagando complessivamente 24 persone, ai quali i procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il pm Salvatore Rossello hanno notificato l’avviso di conclusione indagini.
Con la pronuncia della Cassazione, Neri mette in bacheca il terzo “no” alla richiesta di arresto (rigettato prima dal gip e poi dal Tribunale del Riesame), tornando a respirare aria di politica attiva. D’altra parte, proprio Neri che rivestiva il ruolo di capogruppo dei meloniani a Palazzo Campanella, si era autosospeso dai ruoli istituzionali, mettendosi in qualche maniera da parte in attesa del giudizio.
Oggi però, Neri ha intenzione di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
«E’ evidente che in qualsiasi vicenda giudiziaria gli indagati dovrebbero essere garantiti da quanto prescritto dalle norme in vigore. Appare alquanto strano che invece, spesso siano utilizzati e resi pubblici fatti personali e intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine stessa. Purtroppo, anche nel mio caso sono state divulgate dai media circostanze riferite a quando stava per realizzarsi il mio ingresso in Fratelli d'Italia».
In altre parole, secondo Neri «utilizzare processualmente frasi dette in un contesto amicale e goliardico che non avevano e non hanno alcuna rilevanza né politica né giudiziaria, non giova certo alla migliore gestione della vicenda. Né tantomeno utilizzare intercettazioni nelle quali si faceva riferimento anche ad esempio, a giornalisti e esponenti politici, può essere oggetto di polemica e di utilizzo giudiziario, a meno che non si voglia dare rilevanza a parole fuori luogo che a tanti di noi capita di esprimere in libertà, in privato».
Oltretutto – è il ragionamento di Neri - alcune delle conversazioni private erano gravate da una forte delusione e preoccupazione per la narrazione del suo impegno politico per la città e per la Regione in cui sarebbe stato descritto «nel peggiore dei modi».
«So quanto sia complesso fare politica alle nostre latitudini, ma la mia storia e quella della mia famiglia, la mia formazione e la mia educazione non possono essere derubricate o snaturate dando in pasto all’opinione pubblica qualche espressione, tra l’atro tutta da parafrasare, in cui manifestavo tanta delusione e rabbia per quello che leggevo. Chi mi conosce, a partire dai miei colleghi di gruppo, ha sempre potuto testimoniare la mia sobrietà e sottolineo la mia educazione».
In tal senso il consigliere regionale meloniano coglie l’occasione per esprimere apprezzamento per quanto fatto dal suo partito «Fratelli d'Italia sta dimostrando di avere una classe dirigente intelligente, preparata e in grado di affrontare e risolvere i problemi delle famiglie e delle imprese italiane. I dati macroeconomici, il numero di occupati come mai si era verificato in passato con la riduzione soprattutto al Sud di giovani e donne disoccupati, attestano, pur in una congiuntura internazionale difficile e precaria per i motivi che sappiamo, che l'Italia si colloca al primo posto per la tenuta economica e sociale. È evidente che il buon lavoro del Governo e di Fratelli d'Italia in particolare sta dando ottimi risultati tanto che il consenso degli italiani aumenta ogni giorno sempre di più».
Ma l’occasione è ancora più ghiotta, anche per rispondere ai detrattori che avevano intravisto nella vicenda giudiziaria di Neri un ostacolo al proseguo del rapporto proprio con Fratelli d’Italia.
«All’inizio di questa mia assurda vicenda giudiziaria, ho ritenuto opportuno autosospendermi per evitare strumentalizzazioni e speculazioni contro Fratelli d’Italia. Decisione che sottolineo, è stata concordata con i vertici nazionali del Partito. Mai è venuta meno la mia appartenenza ideale e la condivisione dei progetti e dei programmi politici del nostro movimento».
Naturalmente, come da copione, Neri si dice pronto ad accettare qualunque decisione verrà presa in accordo con i vertici del Partito e conclude, «ritengo che assieme assumeremo le iniziative più opportune. Desidero ringraziare tutti quei dirigenti nazionali e locali che in questi mesi, mi sono stati vicini dimostrando così che la comunità umana di Fratelli d’Italia è coesa e solidale».