Riprende l'attività istituzionale dopo l'estate che ha sconvolto la politica calabrese e nazionale. Il governatore Oliverio scaricato dal Pd non ha fatto chiarezza nè sulla data delle elezioni, nè sull'indizione delle primarie istituzionali. L'opposizione intenzionata a spingere per ottenere le elezioni a novembre
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Quaranta giorni dopo torna a riunirsi il Consiglio regionale. Come al solito le ferie di palazzo Campanella sono particolarmente lunghe e la ripresa dell’attività istituzionale è sempre soft. Come dimostra l’ordine del giorno della seduta che prevede le surroghe dei consiglieri Sebi Romeo e Alessandro Nicolò con i primi dei non eletti di Pd e Fi nella circoscrizione Reggio e cioè Giuseppe Giordano e Domenico Giannetta.
Oltre alle surroghe soltanto le mozioni e le interpellanze che, abitualmente, servono più che altro a testare le capacità dialettiche di consiglieri e assessori.
Eppure i 40 giorni appena trascorsi hanno praticamente sconvolto la politica calabrese. Le due surroghe si rendono necessarie in seguito al coinvolgimento di Romeo e Nicolò nell’ambito dell’operazione “Libro Nero” che, per l’ennesima volta, pone la questione morale all’interno del palazzo e quella della sua permeabilità alle pressioni della criminalità organizzata.
Tra l’altro Sebi Romeo è anche il capogruppo, non ancora sostituito, del Pd, partito che è stato attraversato da scossoni e trasformazioni. Partito che adesso si trova al governo nazionale insieme ai Cinque Stelle dopo la crisi balneare indetta al Papeete da Matteo Salvini. È stato intrapreso un percorso di rinnovamento che, per come affermato in tutte le salse dai vertici nazionali e regionali dei democrat, comprenderà un percorso nuovo per le prossime regionali che non comprende il presidente Mario Oliverio.
Il governatore, però, non vuole sentirne neanche parlare e, barricato alla Cittadella, invoca le primarie per potersi giocare le residue possibilità di ricandidatura o, nell’ipotesi peggiore, trattare al meglio la resa.
Alla traballante situazione va aggiunto che, da oltre un anno, il centrosinistra non ha i numeri in Consiglio e anche per mantenere il numero legale ha avuto bisogno del supporto del centrodestra.
Evidentemente non si è nelle condizioni migliori né per affrontare la prossima sessione di bilancio, né per discutere delle emergenze quotidiane della Regione, né di apportare le riforme necessarie alla legge elettorale che deve ancora essere adeguata alla sentenza Ferro.
Abbastanza per staccare la spina e andare al voto anticipato, considerato che Oliverio dal 20 settembre potrebbe indire le elezioni per la fine di novembre. Invece no. Si procede con le surroghe e a vivacchiare il più a lungo possibile.
Oliverio ancora, neanche con i suoi, ha fatto chiarezza in ordine alla data delle elezioni, né ha firmato il decreto per indire le primarie istituzionali che pure erano state approvate dalla giunta regionale sempre nel mese di agosto.
A vivacizzare la giornata dovrebbe pensarci l’opposizione di centrodestra che si riunirà prima del Consiglio per stabilire che condotta tenere in Aula. L’idea di massima è quella di spingere per ottenere il voto prima possibile e, comunque, entro il mese di novembre.
Riccardo Tripepi