Avvocato amministrativista. Giurista sì, ma anche romanziere e sceneggiatore, escursionista e musicista. «L’uomo nuovo» che potrebbe guidare la coalizione di centrodestra alle prossime elezioni comunali è Domenico Sorace. Viene dalla società civile, dunque, la figura che metterebbe tutti d’accordo, da Forza Italia all’Udc, passando per Lega e movimenti civici. Con un lotto di sette liste a supporto, avrebbe come competitor l’ex presidente del consiglio comunale Stefano Luciano e il candidato dei cinquestelle Domenico Santoro. Ciò che resta del centrosinistra e del Partito democratico, invece, deve ancora sciogliere le riserve.


Conferma, Sorace, l’esistenza di una «discussione molto severa, molto rigorosa che prende in considerazione questa eventualità», cioè la sua candidatura alla carica di sindaco. Insomma, allo stato una eventualità. Ma credibile, seria. Anche perché il suo profilo corrisponderebbe anche a quella esigenza di «sintesi» sottolineata da Nico Console per l’Udc e scaturirebbe da quella «collegialità» evocata da Mangialavori.


«Ciò che conta - spiega Domenico Sorace - è che esiste una discussione molto forte sulle problematiche che avvincono la città nella prospettiva di offrire risposte e figure di alto, anzi, di altissimo profilo». Vibo è una «città ferita», dice il candidato in pectore del centrodestra. «Ha ferite materiali, gravi, evidenti, ma anche immateriali, che sono addirittura più gravi». La prima, la più profonda, è «l’aver perso la fiducia».


Una fiducia da recuperare. Il percorso è in salita e, in questo, l’amministrativista vibonese guarda senza infingimenti la realtà: «Il Comune di Vibo ha una situazione difficilissima dal punto di vista amministrativo, finanziario, burocratico, gestionale. Si avvicina un secondo dissesto. Questa è una città molto attenzionata dal punto di vista della criminalità organizzata. Essere sindaco sarebbe una enorme responsabilità. Vibo è una città splendida che merita di rivivere i suoi splendori».