Il segretario del Partito democratico riconosce la netta vittoria del centrodestra ma cerca di rivendicare il primato dell’opposizione al Governo: «Restiamo la forza principale»
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In Lazio e Lombardia la vittoria del centrodestra è stata sin dai primi exit poll abbastanza netta. Basti pensare che il candidato del centrosinistra alla regione Lazio, Alessio D'Amato, ha chiamato Francesco Rocca per congratularsi con lui per la vittoria alle elezioni regionali già alle 16,45, a meno di due ore dalla chiusura dei seggi. Solo un quarto d’ora dopo anche il premier Giorgia Meloni cantava vittoria sottolineando la compattezza del centrodestra e il valore di questo voto che rafforza, indiscutibilmente, il Governo.
Allora l’esito di questa tornata elettorale, che ha un’importanza che va oltre i confini delle due regioni, l'ha sintetizzata benissimo Carlo Calenda. «La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell'ipotetico formato del campo largo. Letizia Moratti è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori...».
Così il senatore ha scritto su Twitter. «Fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi. Stessa cosa è accaduto a Alessio D'Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-Terzo Polo», è stata l'ulteriore analisi del leader di Azione.
In effetti questo è il nodo politico più preoccupante. Le alleanze a geometrie variabili adottate dal Pd non hanno funzionato né nel Lazio con il Terzo Polo, né in Lombardia con il M5s. Se ne deve concludere che il centrosinistra non ha una fisionomia politica chiara e che quindi ha serie difficoltà ad essere attrattivo. Lo dimostra anche l’altissima percentuale di astensione. Dalle nostre parti ci si lamentava che alle regionali del 3 e 4 ottobre 2021 in Calabria avesse votato solo il 44,37% dei calabresi. Ma Lazio e Lombardia hanno fatto molto peggio, fermandosi rispettivamente al 37,2 e al 40%. Segno inequivocabile che molti elettori di centrosinistra, non riconoscendosi nella proposta politica, piuttosto che votare centrodestra hanno scelto di disertare le urne. Non a caso YouTrend ha già stimato un record di affluenza negativo nei Municipi romani dove Pd e Azione sono più forti.
«Il dato che esce dalle urne in Lombardia e Lazio è chiaro. Il centro destra vince in entrambe le regioni; non possiamo, quindi, essere contenti di questo risultato complessivo, reso ancora più negativo dalla preoccupante crescita dell’astensione. Tuttavia, in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo. Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito». Così in una nota, Enrico Letta ha commentato il risultato elettorale.
«L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione. E questo dato può essere un viatico fondamentale per il lavoro del nuovo gruppo dirigente che uscirà dalle Primarie del Pd del 26 febbraio», si legge ancora nel comunicato del segretario uscente, che ha inoltre ringraziato D'Amato e Majorino.
Insomma i rapporti nella coalizione e i rispettivi leader non sono proprio idilliaci al punto che Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, è sbottato su Twitter: «Possiamo a questo punto serenamente dire che la scelta del Terzo Polo di sostenere Letizia Moratti è stata una sciocchezza? Col maggioritario a turno secco si è competitivi solo unendo tutto il centrosinistra (sì, pure i 5S). O lo capite o la destra vincerà ogni volta». E’ seguita la solita polemica di Calenda. Se questo è il viatico la strada del centrosinistra si fa davvero in salita.