Una direzione nazionale fondamentale per il futuro del Pd è quella che comincerà tra poche ore. Il partito doveva essere chiamato ad esprimersi sulla possibilità o meno di appoggiare un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio.

 

Ma ancora prima dell’inizio si è scatenata una pericolosissima conta interna che rischia di spaccare un Pd ai minimi termini dopo la sconfitta elettorale. L’ex segretario Matteo Renzi ha bocciato ogni ipotesi di dialogo con i Cinque Stelle delegittimando, di fatto, la posizione di Maurizio Martina, per cui in direzione sarà adesso necessario confermare la fiducia al reggente. Passata in secondo piano la discussione sul futuro governo, che pure rappresenta un’emergenza per il Paese, il partito tornerà a concentrarsi sul proprio ombelico per capire chi ha i numeri per comandare.

 

Ovviamente Renzi ha parlato nel momento in cui è stato certo di avere i numeri. In direzione arriverà un documento, approntato da Lorenzo Guerini, e firmato da oltre cento parlamentari che approvano la sua linea e chiudono ogni ipotesi di dialogo con i Cinque Stelle. Un documento che in Calabria ha registrato il 100% delle adesione dei parlamentari eletti. Sia il senatore Ernesto Magorno che i deputati Antonio Viscomi e Enza Bruno Bossio lo hanno sottoscritto. Del resto la Calabria si conferma avanguardia della ricostruzione dell’area renziana come dimostrato dal successo avuto dall’iniziativa Nuovo Campo voluta da Ernesto Magorno.

 

I parlamentari, però, sono comprensibilmente filo-renziani dopo aver beneficiato dei posti utili nelle liste elettorali. In direzione, invece, la situazione potrebbe essere diversa. Anche per quel che riguarda la pattuglia dei calabresi. L’appoggio alle posizione renziane dovrebbe arrivare sicuramente dal presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e dagli ex parlamentari Stefania Covello e Ferdinando Aiello.

 

Il ministro dell’Interno Marco Minniti, invece, non è per nulla convinto delle ultime uscite renziane e potrebbe trascinare con sé Marco Schirripa. Il governatore Oliverio non si scopre ancora, sperando di conservare un minimo di autonomia e di poter diventare determinante. Sicuramente critico è invece il sindaco Giuseppe Falcomatà che, appena diventato padre per la seconda volta, non parteciperà alla riunione. E già in precedenza aveva disertato la riunione lametina di Nuovo Campo.

 

Riccardo Tripepi