La presidente provinciale del partito democratico di Cosenza è stata chiamata da Elly Schlein nella stanza dei bottoni. Respinge le accuse di chi sostiene che avrebbe dovuto lasciare spazio ad altri e analizza le sfide che attendono i dem
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Maria Locanto è stata eletta nella direzione nazionale del nuovo partito Democratico. È uno dei quattro nomi calabresi che contribuiranno al rinnovamento targato Elly Schlein. Gli altri sono l’ex deputata Enza Bruno Bossio, la leader delle “sardine” Jasmine Cristallo e il consigliere regionale Raffaele Mammoliti.
Locanto, partiamo da una dichiarazione di Rosy Bindi: su 175 nomi presenti in direzione, ha detto di conoscerne 150. Elly Schlein ad oggi ha accontentato tutti con “il diritto di rappresentanza”. È d’accordo?
«In una comunità si fa così. Non si può mica cancellare con una gomma la storia del partito. La sfida è integrare le esperienze pre-esistenti con le nuove energie. Questo ci hanno detto le primarie, spingendoci a inserire maggiore radicalità nei temi trattati».
Nel giugno 2017 Renzi annunciò di voler rottamare i capibastone del Pd. Dopo 6 anni, sono ancora quasi tutti tra i democrat, le correnti hanno resistito al Congresso e il ritornello è sempre lo stesso. Perché Elly dovrebbe riuscire dove Matteo ha fallito?
«Predicare la rottamazione e poi applicarla è una cosa differente. Secondo me, andrebbe riconsiderato il termine corrente, riconducendolo a una corrente di pensiero. Se invece le correnti continuano ad essere pacchetti di tessere che blindano le posizioni, torniamo al punto di partenza. Per vincere la scommessa bisogna spingere la gente alla partecipazione. Dove ce n’è una reale, che viene dal basso, difficilmente i notabili di qualsiasi partito fanno breccia. Questo perché il substrato sociale contrasta questi fenomeni abnormi. Stare sul divano e criticare è facile. Ma, a prescindere da ciò, chi sono io per definirmi migliore di chi in quel momento sta operando?».
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La sfida interna da vincere per la nuova segretaria del Pd qual è?
«Ribadisco: la partecipazione. L’entusiasmo deve concretizzarsi sui territori. Faccio mio il monito di Elly: se non ci occupiamo della politica, comunque essa si occuperà di noi. Dobbiamo far capire alle nuove generazioni l’importanza dell’impegno politico, che non significa per forza impegno partitico».
Locanto, lei è presidente del Pd provinciale di Cosenza, membro della direzione regionale, membro dell’assemblea nazionale e membro della direzione nazionale. Tra i sostenitori della mozione Schlein c’è chi dice che in assemblea avrebbe potuto lasciare spazio ad altri.
«Ho raccolto una richiesta della candidata Elly Schlein. Nelle liste abbiamo dato priorità ai territori, la capolista doveva essere una donna che viveva tra l’area urbana, la Presila e San Giovanni in Fiore. In più, ho ricevuto sollecitazioni da molti iscritti. La cosa è venuta quasi in maniera naturale, ma abbiamo seguito un criterio. Mi affascina il suo modo di pensare e di cogliere le sfumature che chi anagraficamente è avanti non vede allo stesso modo».
Come si portano i temi della "Generazione Z" in una Calabria dove la classe dirigente del partito, con le dovute eccezioni, ha una carta d’identità ingiallita?
«I consiglieri regionali sono stati eletti due anni fa e dalla partecipazione, se ci sarà, nascerà la nuova classe dirigente. Noi dobbiamo contrastare il modello verticistico della Destra andando sui territori, ascoltando soprattutto le esigenze delle zone marginali. Ripartire dall’ascolto alla lunga farà la differenza e da lì si formeranno sul campo i volti nuovi. Elly non ha la bacchetta magica per risolvere problemi gravi, soprattutto in Calabria dove la povertà culturale si lega allo spopolamento».
È partita la gara al riposizionamento dopo il congresso. Irto e i consiglieri regionali hanno puntato sul cavallo sbagliato, sebbene rivendichino l’affermazione di Bonaccini dal Pollino allo Stretto. All’orizzonte cosa devono aspettarsi gli elettori del Pd?
«Credo nulla di eclatante, gli organi sono stati designati da poco e sono del parere che non debba essere buttato a mare niente della comunità democratica esistente. Al massimo, si dovrà integrare qualcosa con l’aria nuova che si respira e con i giovani che sanno stare al mondo in modo diverso».
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Elly Schlein si è fiondata a Cutro. La destra le lancia accuse di aver strumentalizzato la tragedia. Lei era al suo fianco, che ne pensa?
«Innanzitutto c’è un sentire sulla pelle la tragedia che si è consumata a poche miglia dalle nostre coste. Lo sgarbo lo ha fatto il Governo di Giorgia Meloni, non certo la segretaria del Pd. Nessuna strumentalizzazione, tanto che non c’è stata nemmeno una dichiarazione. Era una visita privata, sentita, di trasporto emotivo. Correttezza e garbo istituzionale, che la Destra non sa lontanamente dove stia di casa, hanno caratterizzato quella triste giornata».
Il 17 marzo a Napoli ci sarà una manifestazione nazionale contro l’Autonomia differenziata, lei ci sarà?
«Sì, sfilerò in piazza. Le Regioni del Mezzogiorno devono alzare la voce per evitare che la situazione economica e sociale precipiti. Io penso in particolare alla scuola, che mi sta a cuore più della sanità perché l’istruzione rappresenta l’occasione di riscatto della Calabria. Da noi esistono ancora istituti dove i bambini, dalla prima alla quinta elementare, hanno una sola maestra. Come può l’offerta essere competitiva con il nord? Lo spopolamento è una conseguenza naturale, con l’aggravio dettato dal fatto che anche i genitori, una volta in pensione, raggiungono i figli altrove».
Per chiudere una domanda sui tesseramenti. Elly Schlein ha detto che non vuole più vedere irregolarità, è un po’ come dire: tutti sapevamo, nessuno parlava. Cosa dice a riguardo e quanti nuovi iscritti ci sono stati dopo la riapertura?
«In Italia ci sono stati 10mila tesserati, a breve comunicheremo quanti in Calabria. Con l’introduzione del metodo online è più difficile aggirare il regolamento, ma il punto è sempre la partecipazione. Una persona deve iscriversi se ha voglia di contribuire fattivamente, altrimenti parliamo di una bolla dove poi non c’è la conferma numerica del voto alle urne».