VIDEO | Il commissario regionale del partito democratico non crede che le evoluzioni romane possano avere influenza in Calabria dove si continua a lavorare per rafforzare la candidatura di Irto e allargare la coalizione
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Aria molto tesa in casa Pd dopo le dimissioni del segretario Nicola Zingaretti che, come annunciato, le ha formalizzate a Valentina Cuppi, presidente dell’Assemblea nazionale che il 13 e 14 marzo dovrà decidere il futuro del partito. Nel frattempo questa mattina le sardine hanno occupato il Nazzareno per chiedere l’apertura di una nuova fase costituente.
I big delle varie correnti sono al momento in pressing per provare a convincere Nicola Zingaretti a rivedere la propria decisione, con l’eccezione degli ex giovani turchi di Matteo Orfini. Pure uno dei suoi possibili successori, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha giudicato “un errore” la scelta di dimettersi e si è augurato che il segretario possa tornare indietro sui suoi passi.
Anche il commissario regionale del Pd calabrese Stefano Graziano si unisce al coro. «Auspico a nome di tutta la comunità calabrese il ritiro delle dimissioni del segretario nazionale Zingaretti per farlo ritornare alla guida del Pd in un momento difficile e pandemico»
In ogni caso l’Assemblea dovrà trovare una soluzione se Zingaretti non dovesse ritornare sui suoi passi magari dietro formale richiesta unitaria e, dunque, si lavora anche per individuare un possibile traghettatore fino al congresso del 2023, escludendo che si possa in questo momento anticipare il congresso, come pure aveva in un primo momento chiesto Base Riformista di Luca Lotti e Lorenzo Guerini. Si cerca una figura autorevole, meglio se donna, che possa dunque accompagnare il partito verso le primarie escludendo che lo possa fare l’attuale presidente dell’Assemblea, ancora troppo inesperta. Sono così spuntati i nomi di Angela Finocchiaro e dell’ex ministra della difesa Roberta Pinotti. Più remota la possibilità di affidarsi all’attuale numero due del partito Andrea Orlando, chiamato da Draghi a ricoprire l’incarico di ministro del Lavoro.
Secondo Stefano Graziano, in ogni caso, le evoluzioni romane non avranno effetto in Calabria e anzi con il rinvio delle elezioni si potrà lavorare per rafforzare ancora di più la candidatura di Nicola Irto.
«Anzi lo slittamento per quello che ci riguarda è un momento utile per rafforzare la posizione di Nicola Irto che è stato unanimemente candidato dal Pd e per rafforzare la coalizione di quella che è una proposta politica giovane competente radicato sul territorio che può davvero cambiare la Calabria e dare forza all’intero Mezzogiorno».
Una posizione sostenuta anche dal presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci che spera, a questo punto, che le dimissioni di Zingaretti possano servire a ritrovare l’unità all’interno del partito. «C’è bisogno di unità e di un progetto comune – ha detto Iacucci – non sono tollerabili gli attacchi che Zingaretti ha subito nell’ultimo periodo dopo avere lavorato tanto e riportato il Pd al centro della scena politica nazionale. Adesso deve partire una grane discussione interna per ritrovare unità e solidarietà».
Iacucci, come Graziano, ha blindato Irto. «Su sul suo nome continueremo a lavorare e costruiremo una coalizione larga che ci consentirà di essere protagonisti anche in Calabria».