Era il 16 ottobre di dieci anni fa quando il vicepresidente del consiglio regionale dell’epoca, il 54enne Francesco Fortugno fu barbaramente ucciso a Locri mentre si trovava all’interno di un seggio elettorale in occasione delle primarie dell’Unione. Medico, padre di due figli, il politico era nell’androne di palazzo Nieddu quando venne raggiunto da cinque colpi di pistola calibro 9. Fortugno è morto così, davanti a decine di persone, come una vera e propria esecuzione.
Si dovette attendere l’estate del 2014 per avere giustizia. Quattro furono i condannati all’ergastolo: Alessandro Marcianò, considerato il mandante, e il figlio Giuseppe, Salvatore Ritorto, killer ed esecutore materiale dell’omicidio, e Domenico Audino.
Secondo la magistratura Fortugno sarebbe stato ucciso perché con la sua elezione alla vicepresidenza del consiglio regionale aveva mandato all’aria i piani dei Marcianò che contavano sull’elezione di Domenico Crea. In quanto primo dei non eletti, venendo meno Fortugno sarebbe rientrato in gioco Crea da cui i Marcianò si attendevano grandi facilitazioni. Lunedì Locri ricorderà Fortugno. Dopo la deposizione di una corona di fiori a Palazzo Nieddu del Rio, dove fu ucciso, ci sarà una manifestazione nella Casa della cultura alla presenza del ministro Graziano Delrio, del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, del sottosegretario alla presidenza del consiglio Marco Minniti e della presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi.