Dopo oltre 20 anni il il primo cittadino durante un incontro pubblico annuncia la ripresa dei lavori e ringrazia la giunta Santelli: «Hanno lavorato bene in tempi brevissimi»
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«Entro un anno avremo finalmente il porto». Lo ha detto ieri sera il sindaco di Diamante Ernesto Magorno, durante un incontro pubblico che ha visto dibattere Pasquale Motta, direttore di LaC News24, e Davide Vecchi, direttore del Corriere dell'Umbria, legatissimo alla città altotirrenica dove torna spesso durante le vacanze estive. L'opera, lo ricordiamo, era stata appaltata da un società privata nel 1999 ma tra ritardi e rinvii non è stata mai realizzata. Lo scorso luglio, dopo un'estenuante battaglia dell'amministrazione comunale e delle associazioni ambientaliste, la Regione Calabria ha ritirato la concessione alla ditta appaltatrice dei lavori, la Ati Icad Diamante Blu srl, e pertanto l'area portuale è ritornata ai cittadini.
«Investiremo i soldi del finanziamento»
La priorità, dice il primo cittadino, è mettere in sicurezza il piazzale dell'area del porto e il molo d'attracco. I lavori dovranno essere realizzati con i fondi di un finanziamento che la Regione aveva ritirato qualche tempo fa, ma che secondo il sindaco sono ancora disponibili e devono essere soltanto restituiti. Si tratterebbe di un importo di circa 3 milioni di euro.
«La Santelli o me li dà i soldi - dice ironicamente - o me li dà», escludendo tassativamente qualunque altra alternativa. Ed è proprio alla presidente Jole Santelli e alla sua giunta che Magorno rivolge i suoi ringraziamenti, nonostante la diversa appartenenza politica. «Devo dare atto che hanno lavorato bene in tempi brevissimi» - dice il parlamentare di Italia Viva, che evidenzia come ci sia stata la volontà di mettere fine a una vicenda che si trascinava da oltre un ventennio -. «Si sono insediati a gennaio e hanno firmato la soluzione del contratto cinque mesi più tardi».
21 anni di rinvii e misteri
La mancata realizzazione del porto ha lasciato una profonda ferita alla città, costretta per 21 lunghi anni a subire uno «scempio simile», così l'ha chiamato Magorno. Per gran parte di questo tempo, l'area destinata al porto è rimasto un cantiere a cielo aperto e diverse volte si è resa necessaria la bonifica del piazzale antistante lo specchio d'acqua interessato dal progetto.
«Ho presentato denuncia alla procura di Catanzaro - ha detto ancora il sindaco -, l'ho detto e l'ho fatto, perché sono convinto che di alcune questioni è meglio che si occupi la magistratura, mi riferisco anche ai ritardi ma anche ad altre questioni. Se qualcuno ha sbagliato, se qualcuno è responsabile di questa situazione - ha detto in ultimo - è giusto che paghi».