Avranno il compito di fare da collante tra i territori e i livelli romani. Il capo politico dei Cinquestelle ha annunciato la novità nel corso dell’assemblea con i militanti calabresi. Ecco cosa gli hanno chiesto e come ha risposto su liste elettorali, sanità, occupazione
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Oltre quattro ore di dibattito con 120 interventi hanno scandito la lunga assemblea degli attivisti organizzata a Cosenza dal Movimento Cinquestelle, nei locali dell’Auditorium Guarascio del Liceo classico Telesio, nel cuore del centro storico. Aperti e conclusi dal capo politico Luigi Di Maio, Vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, i lavori, rigorosamente vietati alle telecamere, hanno registrato una partecipazione certamente al di sotto delle aspettative.
Meno presenze rispetto alle registrazioni
Utilizzando un portale telematico, si erano accreditati per l’ingresso, in poco meno di seicento. Attivisti e simpatizzanti, per avere accesso all’incontro, entro il 23 luglio scorso avevano effettuato la propria registrazione. Molti però non si sono presentati. Forse per la giornata festiva di fine luglio e la temperatura afosa, forse perché i temi sul tavolo, tra i quali la riorganizzazione territoriale, la figura dei facilitatori, il mandato zero, sono stati superati dalla votazione espressa attraverso il portale Rousseau appena una manciata di ore prima dell’arrivo in città del leader pentastellato. E su questo punto, molte sono state le lamentele espresse durante la riunione. Alle quali Di Maio ha risposto con vigore, nel suo intervento conclusivo «Nessuna scelta calata dall’alto – ha ammonito – Da mesi si parla di questi argomenti e tutti hanno potuto esprimere la propria opinione».
Nessuna dichiarazione ufficiale
Il Vicepresidente del Consiglio è giunto puntuale all’appuntamento, a mezzogiorno di quest’oggi, domenica 28 luglio, evitando di passare dall’entrata principale. Nell’aprire la manifestazione, coordinata dai parlamentari Giuseppe Auddino ed Elisa Scutellà, ha chiesto essenzialmente di proporre ogni iniziativa ritenuta utile a favorire il radicamento del Movimento sul territorio. Le persone iscritte a parlare hanno avuto due minuti per dire la loro. Tempo misurato con l’ausilio di un cronometro visibile su un maxischermo, mentre tra le poltroncine rosse si aggiravano diversi addetti alla sicurezza per assicurarsi che nessuno effettuasse riprese o fotografie con i cellulari.
L’intervento sulla questione sanitaria
Pochissimi gli interventi degni di nota. Tra questi da segnalare le parole di Antonio Lopez, direttore medico dell’unità operativa complessa di radiodiagnostica dell’ospedale spoke di Cetraro-Paola che ha acceso i riflettori sulla situazione in cui versa il sistema sanitario, all’indomani del decreto Calabria varato dal ministro Giulia Grillo: «Il tempo è prezioso – ha affermato tra l’altro – Saverio Cotticelli e Maria Crocco non possono rimanere isolati ai vertici della struttura commissariale. E’ necessario procedere immediatamente alla nomina dei manager di aziende sanitarie ed ospedaliere». Lopez ha anche proposto l’allestimento di una task force di dirigenti medici locali «perché in Calabria – ha sottolineato – ci sono tante brave persone, con capacità e competenze. E non sempre chi viene da fuori – ha chiosato – possiede queste qualità».
Sfida elettorale si può vincere
Ma Di Maio non è entrato nel merito della questione, e nemmeno di altre sollevate, sia pure in maniera isolata, dagli iscritti, come il nodo dei trasporti e il federalismo fiscale. «Non è questa la sede giusta – ha subito chiarito – Siamo qui per riorganizzare il Movimento. Ho ascoltato tutti – ha detto con una vena polemica – a differenza di chi è andato via dopo aver consumato il proprio intervento». Nel prendere la parola per le conclusioni il Vicepremier non ha potuto fare a meno di sottolineare il progressivo svuotamento della sala. «Rispetto all’inizio della riunione molti hanno deciso di andarsene, magari dopo aver puntato l’indice contro i vertici dei Cinquestelle perché non ascoltano». Rapido il passaggio sulle prossime regionali: «Ci sono tutte le condizioni per vincere, anche per la debolezza delle altre forze politiche in campo. L’impresa può essere centrata con una lista solida e che non ci porti fuori strada, pensando anche ad un percorso di formazione degli aspiranti candidati per valutarne le qualità».
Alleanza si può
Il Ministro ha inoltre dato il via libera alle alleanze con altre liste civiche «i cui componenti – ha precisato – dovranno essere scelti secondo gli stessi criteri utilizzati dai Cinquestelle. Non saranno liste civetta ma espressione di associazioni di cittadini già operanti sul territorio con alle spalle un percorso sovrapponibile al nostro per etica e principi. Sarà una sperimentazione. Del resto le grandi civiltà sono progredite seguendo una innovazione ispirata dallo sguardo rivolto verso il futuro. La stessa parola Movimento esprime il concetto di evoluzione e di innovazione. Se giochiamo a guardare il passato non andremo mai lontano. Ho sentito molti interventi nostalgici di persone che ricordavano banchetti, gazebo e volantinaggi. Non mi risulta che tali attività siano state bandite».
Non servono tante liste
«Personalmente non sono uno affezionato alle tante liste – ha detto ancora il leader pentastellato – Addirittura preferisco non presentare il simbolo se dobbiamo andare incontro a figure barbine mettendoci nelle mani di candidati che pensano di poter ereditare i voti del movimento grazie al simbolo. Per questo proprio il nostro simbolo non può essere concesso a chiunque ci sottoponga una lista, ma solo a coloro che dimostrino di essere parte integrante del Movimento non solo con la semplice iscrizione, ma con il percorso compiuto nel Movimento stesso».
Uno non vale l'altro
La mission dei facilitatori sarà quella di coordinare le attività sul territorio, di fungere da collante con le attività della capitale. Ma anche di snellire le procedure di certificazione delle liste. Saranno scelti con una votazione della base tra i portavoce istituzionali del Movimento. «Servono persone equilibrate e preparate – ha affermato Luigi Di Maio – perché è vero che uno vale uno, nel senso che il mio voto parlamentare ha lo stesso peso di quello di un mio collega alla Camera e che quelli espressi degli attivisti sulla piattaforma Rousseau sono equipollenti. Ma uno non vale l’altro. C’è chi tira la carretta più di altri, c’è chi ha maggiore capacità e personalità e che dovrà aiutarci a crescere nei territori. Con i facilitatori puntiamo a cascata a scaricare le responsabilità dai vertici ed a spalmarle su un numero maggiore di iscritti».
Confronto con i lavoratori dei call center
Prima di andar via, Il Ministro del Lavoro, insieme al deputato Riccardo Tucci, ha ricevuto una delegazione della Slc-Cgil, rappresentanza sindacale dei dipendenti dei call center che nella mattinata avevano dato vita ad un sit-in di protesta. Di Maio li ha rassicurati sulle attività portate avanti dal suo dicastero per una positiva risoluzione delle vertenze. Il principale problema è la drastica riduzione delle commesse da parte degli operatori telefonici che costringono le aziende a tagliare i livelli occupazionali. Almeno mille i posti persi a causa del mancato rinnovo di contratti a tempo determinato.