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La gradinata che conduce all’Auditorium Guarasci del Liceo Telesio spezza il fiato del candidato premier Cinquestelle Luigi Di Maio, atteso da una sala traboccante di militanti e sostenitori in attesa di ascoltare il capo politico del movimento. Davanti ai microfoni dei giornalisti che lo attendono davanti l’ingresso tradisce un pizzico di affanno per la rapida salita, ribadendo però con chiarezza e lucidità i concetti già espressi qualche ora prima a Lamezia Terme: il sostegno alle imprese per favorire l’occupazione, il reddito di cittadinanza per accompagnare verso un nuovo lavoro chi lo ha perso, il contrasto al rischio inciuci tra Berlusconi e Renzi.
«I miei competitor – dice quando guadagna il palco – vogliono cambiare il Paese. Sono al potere da vent’anni, mi chiedo perché non abbiano cambiato l’Italia nel corso di questi vent’anni». Poi annuncia: «Prima del voto presenteremo la squadra dei ministri, perché gli elettori devono sapere chi andrà a governarli». Al suo fianco c’è Laura Ferrara, con la quale ha lavorato gomito a gomito per costruire le liste degli aspiranti parlamentari in Calabria. Quelli in corsa per l’uninominale ci sono tutti. Volti noti come gli uscenti Nicola Morra e Dalila Nesci e altri cooptati solo nelle ultime settimane e convinti a sposare la causa pentastellata. Se nel 2013 il movimento partiva a fari spenti, in questa tornata elettorale è chiamato a confermarsi tra le forze politiche di maggior consenso. Con l’obiettivo di vincere la sfida del governo del Paese.
Salvatore Bruno