VIDEO | Lo scontro forse senza precedenti che si sta sviluppando in queste ore tra i sindaci calabresi di centrosinistra e il presidente di centrodestra della Regione dimostra la scarsa maturità di una classe dirigente che investe tutto sui social e dimentica che è stata votata per produrre risultati, non per misurarsi a colpi di like
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I politici, si sa, buttano tutto in politica. Ma quando rivestono anche ruoli istituzionali che imporrebbero il massimo livello di collaborazione per affrontare i problemi veri di un territorio e della gente comune, ridurre tutto a tifo da stadio significa, nei fatti, fregarsene.
Ecco perché viene da chiedersi se del mare sporco in Calabria importi davvero qualcosa a qualcuno. Perché la piega che ha preso la questione è ormai tutta politica, mentre vacanzieri vicini e lontani continuano a fare smorfie di disgusto di fronte alle schiumetta di colore marroncino che assedia molti tratti di costa, soprattutto sul versante tirrenico. A provarlo ci sono le testimonianze video e le immagini che i turisti esasperati, ma non solo loro, riversano sui social. E a niente serve dare la colpa alla stampa e ai giornalisti, che secondo alcuni in estate dovrebbero mettere la sordina a questi temi per non disturbare il manovratore e non “danneggiare” gli operatori turistici. Chi afferma questo, povero lui, forse non si è accorto che il mondo è cambiato da un pezzo, da almeno vent’anni, da quando i social hanno rivoluzionato il mondo dell’informazione.
Scontro frontale | Mare sporco, la carica dei sindaci contro Occhiuto e Succurro: «Uno fa a scaricabarile, l’altra non ci tutela»
La battaglia innescata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto proprio sui social, con un video nel quale punta il dito contro i Comuni, che a suo dire non stanno al passo con la Regione, buttando su di loro la croce della depurazione, ha fatto deflagrare lo scontro con i sindaci di centrosinistra o comunque non annoverabili tra i fan politici del governatore. E il problema “mare sporco” ha finito per diventare l’ennesima partita tra tifoserie nemiche, tra centrodestra e centrosinistra, con chi minimizza e chi enfatizza. A farne le spese è anche la verità, piegata alla contingenza politica.
L’ultima inveterata viene dai primi cittadini di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, che hanno reagito compatti contro le accuse di Occhiuto. All’appello, non a caso, manca il quinto capoluogo di provincia calabrese, Vibo Valentia, guidato da Maria Limardo che con il governatore condivide la stessa matrice politica. Non certo, dunque, perché il mare del Vibonese sia più pulito, visto anche quanto recentemente accaduto a Pizzo, dove le telecamere di LaC hanno documentato cosa accade, ad esempio, a Pizzo, con l’incredibile storia del depuratore consortile che dovrebbe servire tutti i comuni del bacino dell’Angitola, in parte costruito ma mai entrato in funzione. Tanti milioni di euro buttati e dimenticati tra i rovi che assediano l’impianto.
Balneabilità | Mare, Occhiuto rivendica i meriti e scarica le colpe sui Comuni: «I depuratori sono cosa loro»
Nella nota siglata da Nicola Fiorita, Franz Caruso, Vincenzo Voce e Paolo Brunetti, i sindaci delle città più popolose rimproverano ad Occhiuto di prendersela con i Comuni quando le cose vanno male e, in particolare, stigmatizzano la gogna social che avrebbero subito con il j’accuse del governatore. Ma se la prendono anche con l’Anci, e dunque con la presidente di centrodestra Rosaria Succurro, alla quale rimproverano di non difenderli.
Se alla Regione ci fosse stato un presidente di centrosinistra o se fossero riusciti ad eleggere alla guida dell’Associazione dei Comuni un sindaco “amico”, i toni sarebbero sicuramente diversi, perché per l’ennesima volta la partita è solo politica. Se questa, beninteso, si può chiamare “politica”.
Intanto, per godersi il mare, centinaia di migliaia di turisti e residenti devono attendere che cambi il vento e le correnti ripuliscano la battigia dalla schiumetta, che non è né di destra, né di sinistra. È solo una vergogna tutta calabrese.