Il segretario politico torna sulla sentenza del Tar che ha annullato il concorso a dirigente: «La determina di Infantino è inutilizzabile il che significa che di fatto è stata annullata»
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«La deriva politica e amministrativa che in questi giorni si sta verificando al Comune di Rende non è un buon presagio per quello che in questa fase finale della consiliatura potrebbe succedere. Manna è, probabilmente, cosciente dei suoi inutili e dannosi 4 anni e mezzo di governo e cercherà di mettere in atto quante più possibili azioni clientelari pur di raggranellare qualche voto qua e là». Così il Segretario politico di Insieme per Rende, Gianfranco De Franco.
«Dopo la “batosta” sulla gara per la gestione dei campi da tennis di Commenda – prosegue -, la recente sentenza del Tar sull’annullamento del concorso a dirigente avrà gettato nel panico gli improvvisati e inadeguati dirigenti e amministratori coinvolgendo, inopinatamente, anche un valente professionista cosentino. Al di là della ridicola difesa, resta il fatto che la mancata revoca della delibera di annullamento rischia di fare danni anche al personale impiegatizio».
De Franco sottolinea come «ha ragione il direttore Motta quando afferma che non c’è bisogno di essere avvocati per capire che la determina di Infantino è inutilizzabile il che significa che di fatto è stata annullata. Ma questi pensano davvero di riuscire a prendere in giro gli elettori rendesi?».
Secondo il segretario «sarebbe bastato un minimo di buon senso per evitare questa ennesima brutta figura. E in effetti se il Tar sta rigettando molte delibere di questa amministrazione un motivo ci deve essere. Escludiamo che la colpa sia da attribuire ai difensori incaricati che sono fior di professionisti. Restano due opzioni. O sono inadeguati i dirigenti, o sono inadeguati gli amministratori. In realtà ci sarebbe anche una terza: potrebbero essere inadeguati sia i dirigenti, sia gli amministratori. Tra l’altro tutto questo sta provocando una spesa enorme in compensi legali che porteremo presto all’attenzione della Corte dei Conti».
De Franco ha poi aggiunto: «Ma le malefatte non si fermano qui. Registriamo con grande disappunto anche il taglio degli alberi sul torrente Surdo e vorremmo chiedere all’assessore ai Lavori Pubblici, Pino Munno, dove sia andato a finire il legname depredato. Chiediamo questo anche agli inquirenti nella speranza che facciano una seria inchiesta magari per farsi perdonare i mancati controlli», ha concluso.