Il voto delle regionali alimenterà il dibattito interno ai partiti per molto lungo tempo. Nel centrodestra vincente i rapporti gli equilibri tra le forze politiche che compongono la coalizione sono in profondo mutamento e anche dentro gli stessi partiti potrebbero cambiare i riferimenti attuali.

 

Fronte sovranista ridimensionato

Il fronte sovranista della coalizione di centrodestra esce piuttosto ridimensionato in Calabria rispetto alle attese della vigilia. Fdi e Lega ottengono 4 seggi ciascuno per un totale di 8 a fronte degli undici del fronte moderato con 5 consiglieri eletti da Fi, 2 da Santelli Presidente, 2 da Casa delle Libertà e 2 dall’Udc.

Il flop maggiore in termini di voti lo ha subito la Lega forse anche per non aver dato spazio alle novità promesse all’interno delle liste. Anche il voto ottenuto da Fdi, però, è sotto la lente di ingrandimento. Seppure il partito è andato molto bene in alcuni territori, nel collegio Sud in particolare, gli eletti sono proprio coloro i quali sono saltati sul carro del vincitore all’ultimo istante. A Reggio, ad esempio, con il 16% raccolto sul territorio Fdi porta in Consiglio però due big provenienti da altre aree. Si tratta di Giuseppe Neri, ex segretario questore della passata legislatura. Neri, dopo un lungo trascorso nel Pd, era stato eletto nel 2014 nella lista Democratici e Progressisti prima di prendere le distanza da Oliverio sul finire della consiliatura e aderire al partito della Meloni per il tramite di Raffaele Fitto e i Moderati per la Calabria.

 

Fdi e i transfughi. Il caso Creazzo

Il primo degli eletti, però, con oltre 8mila consensi è l’ex presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte Domenico Creazzo. Poltrona sulla quale era stato messo proprio dal governatore uscente Mario Oliverio. Non a caso Creazzo, sindaco al secondo mandato del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, era stato tra i primi cittadini che avevano sottoscritto l’appello per ottenere la ricandidatura di Oliverio quando ancora era in ballo il nome del candidato governatore per il centrosinistra. Schieramento che lo aveva appoggiato anche nella sua corsa al Comune di Sant’Eufemia. Proprio al momento della composizione delle liste la conversione sulla via di Damasco: Creazzo si scopre di destra e accetta la candidatura dentro Fdi. Non solo. Arriva ad essere il primo degli eletti nella lista grazie anche al sostegno degli ex appartenenti al Movimento nazionale per la sovranità, il gruppo che ancora si riconosce nelle posizioni dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, che hanno deciso di sostenerlo alle regionali. Per accordi nazionali il Mns avrebbe dovuto indicare un candidato dentro la lista Fdi, ma all’ultimo l’ex partito di Gianni Alemanno non lo ha fatto nel collegio Sud della Calabria. Gli uomini di riferimento hanno così “adottato” Creazzo che è diventato il primo degli eletti sul territorio. Sia Neri che Creazzo adesso aspettano i dovuti riconoscimenti da Jole Santelli non nascondendo le proprie ambizioni di ricoprire la carica di presidente del Consiglio regionale. Un obiettivo che sarebbe eccezionale per un’elezione ottenuta da transfughi.

 

Centrodestra a trazione moderata e reggina

Dentro Forza Italia, invece, non si placa l’entusiasmo. Francesco Cannizzaro sbandiera i risultati ottenuti a Reggio e con accanto l’Udc in doppia cifra sul territorio dello Stretto si prepara a rafforzare l’area dei moderati anche in vista delle comunali di primavera. Non solo ma Reggio diventerà centrale nel processo di rilancio del partito che con Cosenza che ha espresso il governatore, avrà a Reggio la base operativa. Perde di importanza e rilievo il collegio centrale della Calabria dove gli azzurri hanno raccolto i risultati peggiori.

 

Fi va male al centro e a Vibo in particolare

E se a Catanzaro il partito ha tenuto, tra mille difficoltà e il Comune pronto ad esplodere, grazie alla performance di Mimmo Tallini, che comunque pare un risultato individuale più che altro, a Vibo si è assistito ad un vero e proprio crollo. Nel collegio centro la lista di Fi si ferma al 10%, che crolla al 5% nella città di Vibo. Anche le altre liste legate a Jole Santelli hanno stentato e l’elezione di Vito Pitaro nella lista del presidente non può certo essere ascritta ai maggiorenti del partito sul territorio. Il ruolo del senatore Giuseppe Mangialavori, dunque, nel partito del futuro non potrà che essere ridimensionato, almeno stando alle dinamiche descritte dal voto espresso dai calabresi.