«Forza Italia vive un momento particolarmente positivo. L'abbiamo detto ieri al Consiglio nazionale. Abbiamo raggiunto quota centocinquantamila iscritti rispetto ai centodiecimila dell'anno scorso, e vogliamo raggiungere l'obiettivo del 20% alle elezioni politiche e lo facciamo aggregando forze che sono di area centrista. Ieri si sono federati tre forze politiche comprese e il movimento di Raffaele Lombardo e credo che altre forze si federeranno con noi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi».

Così, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha risposto ai giornalisti che lo attendevano al Cedir di Reggio Calabria dove, all’auditorium “Gianni Versace” è intervenuto al convegno “Minori non accompagnati. Storie, sogni, speranze”. In mattinata il leader di Forza Italia aveva fatto visita ad un convalescente Roberto Occhiuto in compagnia del coordinatore regionale Francesco Cannizzarro, con il quale nel pomeriggio, dopo aver ritirato il premio “Il minatore d’oro” a Motta San Giovanni, terrà una conferenza stampa –  alle ore 17 al T-Hotel di Lamezia Terme – alla quale interverranno anche i cinque segretari provinciali calabresi, Sergio Torromino, Marco Polimeni, Michele Comito, Gianluca Gallo, Giovanni Arruzzolo, i parlamentari Giuseppe Mangialavori e Mario Occhiuto e l’europarlamentare Giusi Princi, per annunciare nuove adesioni al partito.

«Stiamo guardando a tanti amministratori civici e il lavoro che si sta facendo ottimamente in Calabria di aggregare attorno a Forza Italia decine e decine di amministratori locali va nella perfetta direzione di una strategia politica che abbiamo avviato dalle elezioni europee, quando facemmo aderire in nome del popolarismo europeo alla nostra campagna elettorale tanti sindaci e civici importanti – da quello di Fiumicino a quello di Imperia a quello di Palermo a quello di Venezia –. Insomma stiamo creando quella grande forza politica che deve occupare lo spazio tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. E questo deve essere Forza Italia del futuro. Forza che aggrega i moderati».

Tajani ha quindi rimarcato come oggi Forza Italia occupi lo spazio che nella Prima Repubblica, «pur essendo cambiate le cose pur essendo noi completamente differenti», occupavano la Democrazia cristiana, il Partito Liberale, il Partito Socialista, il Partito Repubblicano e il Partito socialdemocratico: «Quello spazio per garantire stabilità al paese ma anche rassicurare tutti gli italiani con una forza seria credibile, affidabile e responsabile».

Economia, Tajani: «Per noi va meglio che per Francia e Germania»

Tajani ha commentato anche la proposta di Salvini di rivedere la legge sullo sciopero che ha di fatto provocato una dura reazione delle opposizioni, ma anche l’idea del Governo di alzare gli stipendi dei ministri.

«In questa fase ci sono alcune organizzazioni sindacali che stanno usando lo sciopero, che è legittimo, per fini politici e non per la tutela dei lavoratori. Tant'è che gli scioperi sono sempre scioperi organizzati da uno, due sindacati e non trovano il consenso di grandi sindacati – penso alla Cisl, penso alla Confsal e penso anche all'Ugl – che non hanno aderito allo sciopero voluto dalla Cgil e dalla Uil. Anche il linguaggio usato da certi sindacalisti – ha aggiu8nto il ministro – è un linguaggio che non ha nulla a che vedere con la tutela dei diritti dei lavoratori perché i diritti dei lavoratori credo che il Governo li stia tutelando nella maniera migliore possibile, visto che sono aumentate le ore lavorate, sono passate da meno di undici milioni a undici milioni e mezzo tra il 2023 e il 2024. È vero anche che sono cresciuti gli occupati. È diminuita l'occupazione. Sono cresciuti gli occupati a tempo indeterminato e quindi la situazione economica nonostante la crisi generale procede bene. Si è abbassato lo spread, la borsa va bene… questi sono dati economici incontrovertibili, come cresce l'export, siamo arrivati a 626miliardi e il Pil vedremo come crescerà».

Tajani insomma vede il bicchiere mezzo pieno come del resto il Governo e fa notare come nell’ambito di una situazione economica non certo rosea, per l’Italia vada meglio di come va in Francia e in Germania. «C'è una stabilità politica. Tutti i dati sono quelli che sono. Quindi vuol dire che c'è fiducia nel nostro sistema, e c'è fiducia nella economia del nostro paese. Dobbiamo continuare a dare aiuti, sostegno alle imprese perché è quello che crea lavoro».

Insomma per il ministro degli Esteri nessuno può pensare di essere soddisfatto però, «i risultati sono comunque in una situazione complicata, con le guerre alle porte con l’aumento del costo dell'energia. Dobbiamo pensare di arrivare al nucleare se vogliamo essere competitivi. Servono fare passi in avanti in Europa per creare il mercato unico dell'energia, per arrivare all'unione bancaria, per arrivare all'armonizzazione fiscale. Ci sono tante cose da fare che non dipendono dal Governo».