VIDEO | Nella due giorni di dibattiti a Cosenza confronto fra partiti, sindaci, docenti universitari e società civile. La ricetta venuta fuori è quella di radicalizzare la proposta politica contro i populismi di destra
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Il centrosinistra prova a stringere i ranghi di quello che una volta veniva chiamato campo largo e che oggi qualcuno definisce campo progressista. Così sabato e domenica scorsi a Villa Rendano, a Cosenza, l’eurodeputato del Pd, Sandro Ruotolo, ha radunato esponenti del suo partito, del M5s, di Avs, docenti universitari ed esponenti della società civile. Lo scopo, discutere di come contrastare il centrodestra in Italia e in Calabria.
Un lavoro difficile come dimostrano le ultime elezioni in Liguria dove i veti incrociati sulla presenza o meno di Renzi nelle liste, hanno portato alla sconfitta. Ancora più difficile se si pensa alla crisi d’identità che il M5s sta vivendo. Proprio oggi il CorSera scriveva, in relazione all’assemblea costituente che si terrà a Roma il 23 e 24 novembre, che in 4 regioni chiave (Campania, Calabria, Puglia e Basilicata) la revisione annunciata da Conte ha portato a quasi un dimezzamento della base, passata da 45.600 a 24.865. Per gli uomini vicini a Conte si tratta di un «repulisti fisiologico tra base attiva o meno nella vita del partito», per gli avversari interni invece di «una strategia per abbassare i rischi di contestazioni da parte di Beppe Grillo».
In collegamento da Bruxelles, l’eurodeputato Pasquale Tridico pone proprio il problema di come contrastare i populismi di destra che dilagano in Europa e anche negli Stati Uniti. Ma Ruotolo che sta portando avanti iniziative simili in tutte le regioni meridionali dice che è un dovere provarci e che bisogna farlo spalancando porte e finestre a forze nuove e fresche.
Il deputato Marco Sarracino, evidenzia che la divisione fra Pd e M5s nei collegi uninominali a tutte le politiche hanno garantito la vittoria alla Meloni che ha costruito il governo più antimeridionalista del Paese. Anche Peppe Provenzano, deputato e responsabile esteri del Pd, ha detto che l’alleanza si deve fare ma a patto che il M5s la smetta di tentare di crearsi un’identità attaccando il Pd. Insomma la questione è complessa perché la domanda principale a cui rispondere è a quale blocco sociale parla il centrosinistra, come fare per far tornare i ceti popolari a votare progressista, anche alla luce di quanto accaduto negli Usa con la vittoria di Trump.
La risposta nella due giorni è stata unanime: radicalizzare ovvero spostare più a sinistra l’offerta politica incentrandola su sanità pubblica, salario minimo, lotta contro l’autonomia differenziata, battaglie sui diritti civili, il contrasto alla mafia di cui non sembra parlare più nessuno. Basterà? Può essere.
Nella due giorni di ieri, fra i vari sindaci intervenuti, molti hanno convenuto sulla necessità di accogliere l’invito lanciato da Elly Schlein dagli Stati generali della montagna a Mormanno, ovvero quello di fare in fretta a costruire un’alternativa, partendo dai territori.
«Sono stanco - ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso - di criticare questo governatore commissario della sanità che fa solo proclami ed è affetto da annuncite. Noi oggi abbiamo il dovere, se vogliamo creare veramente l’alternativa, di dire cosa vogliamo fare noi per la sanità, i trasporti, l’istruzione nella nostra regione. Questo perché dobbiamo costruire una proposta da condividere con quel popolo immenso e non etichettabile, che non vota né a destra né a sinistra ma che si astiene e non va a votare. In questo senso abbiamo già un esempio positivo a cui guardare che è Cosenza e la mia maggioranza consiliare. Nel 2021 abbiamo unito forze alternative alla destra che per dieci anni aveva governato la città, mettendola in ginocchio. È stata una battaglia dura ma che ha ottenuto, oltre ogni pronostico, il successo, perché abbiamo portato avanti un programma serio e chiaro, basato su valori: legalità, trasparenza e solidarietà che non abbiamo tradito, che ci vede ancora dalla stessa parte, e che mai tradiremo. Su questo solco, penso, si possa ripartire a beneficio della Calabria e poi del Paese».
Insomma il centrosinistra sembra voglia avviare al più presto un percorso che invece il centrodestra ha già avviato entrando in campagna elettorale due anni prima della fine della legislatura.