VIDEO | Apprensione per i centocinque posti di lavoro in bilico che vanno a sommarsi ai quasi cento dell'altra partecipata Congesi
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Dal Consiglio comunale dell’altro ieri che era dedicato esclusivamente alla delicatissima situazione economica e finanziaria di Akrea che è la partecipata, al 100%, che si occupa dei rifiuti nella città di Crotone, è stato convocato, con urgenza, il tavolo tecnico sollecitato dal sindaco con il CDA che di fatto aveva messo in mora il Comune sui debiti pregressi anche per garantire il presente ed il futuro di 105 posti di lavoro.
Tante e diverse le polemiche sollevate dall’opposizione, anche sulla diversissima posizione assunta dall’amministrazione Voce su Congesi che il prossimo 6 dicembre attende la sentenza del tribunale fallimentare che si deve determinare sulla messa in mora di Sorical che vanta crediti per oltre 25 milioni di euro nei confronti dell’altra partecipata che si occupa del servizio idrico integrato; con una situazione che ricorda ciò che è accaduto nel 2016, quando la società idrica Soakro fallì, dando origine proprio a Congesi che unisce oggi altri 13 comuni, oltre a quello di Crotone, e che comunque si trascina negli ultimi anni, anche grazie all’alibi dell’incombente e non certo meno complessa nascita di Arrical.
E dentro lo stesso quadro si stanno muovendo i destini di Akrea così come sottolineato da Antonio Manica capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale e da Fabrizio Meo che con la sua lista civica fu il primo ad uscire dalla maggioranza che portò Voce a vincere le elezioni tre anni fa. Meo non riesce a spiegarsi perché oggi sul Contratto di servizio che si vuole “imporre” alla propria partecipata ci si impunta su circa 7 milioni di euro di costo del servizio, quando la stessa amministrazione Voce individuava in 10 milioni di euro l’ammontare del piano finanziario concordato col Conai (che è il Consorzio che costituisce in Italia lo strumento attraverso il quale i produttori e gli utilizzatori di imballaggi garantiscono il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti). E se lo stesso Presidente del Consiglio Mario Megna assieme a tutta la maggioranza mostra tutto l’imbarazzo per le mancate pronte informazioni al Consiglio anche attraverso la presentazione di un documento, nel tavolo tecnico di ieri mattina ovviamente il CDA presieduto dal Prof. Alberto Padula, che si è insediato non senza polemiche solo lo scorso luglio, ha ottenuto che si discutesse non solo del contratto di servizio su cui sembra si sia trovato l’accordo e che comunque dovrà ottenere l’approvazione del Consiglio Comunale e successivamente essere inviato all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac).
La discussione, assieme anche ai sindacati, sembra aver cercato di approfondire la situazione finanziaria su cui pesano i crediti che Akrea sostiene di vantare nei confronti del proprio socio unico (per oltre 3 milioni di euro), e che impediscono alla società di affrontare i costi, oltre che considerare qualsiasi investimento una vera e propria chimera. Così qualsiasi accordo sul nuovo contratto di servizio, che è puramente vissuto come un traghetto verso la costituzione di Arrical, non ha particolari autorevolezze nel declinare obbiettivi e miglioramenti del servizio che non riesce, ad oggi, a pensare ad una raccolta differenziata che possa andare oltre l’attuale 30% ed un evidente e cronico abbandono di intere porzioni della città e non solo delle periferie.