La parabola discendente del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, fino all’annuncio della sua candidatura alle elezioni provinciali era rinomatamente in atto, numeri alla mano: all'inizio un exploit alle elezioni regionali del 2020 in cui la lista Tesoro Calabria del suo (ormai ex?) sodale Carlo Tansi prese il 5,5% e Voce 3187 dei 4919 totali presi dalla lista. Pochi mesi dopo, alle comunali di settembre 2020, ottenne al primo turno 12003 voti ed il 36,2%, mentre Tesoro Calabria 2743 voti e l’8,6%, al secondo turno 16434 voti pari al 63,95%.
In un anno, però, con il preludio della parabola del tansismo (e di tutto il civismo calabrese) ed una debacle alle elezioni regionali di un mese fa, con la “sua” candidata, Mimma Scida, ferma a 861 voti e Tesoro Calabria ferma a 873 voti nel Comune di Crotone, unitamente alle continue frizioni interne alla maggioranza (e alle defezioni), Voce rasentava il knock out politico.

Per Voce arriva il “soccorso rosso”

A “salvare” il Sindaco di Crotone ci ha pensato il Partito democratico. Già durante la campagna elettorale esponenti riconducibili all’ex presidente dell’assemblea regionale dei dem Peppino Vallone si erano apertamente schierati con la “rivoluzione arancione” portata avanti da Voce e Tansi. Il Pd, come atto di desistenza, non aveva nemmeno presentato il simbolo, mentre i dem più vicini ad Enzo Sculco (la segretaria cittadina Antonella Stefanizzi ed il presidente del Pd crotonese Mario Galea) si erano candidati, contro il volere dell’allora commissario provinciale Franco Iacucci, con la lista a favore dello “sculchiano” Danilo Arcuri, col placet del segretario regionale Stefano Graziano.

Ora, con il sostegno ufficiale del Pd a Voce come presidente della Provincia, si plastifica politicamente l’opera di tessitura che il sindaco, nonostante la sua agitata e traballante maggioranza, ha tenuto con i dem in questi mesi e consolidatasi con la riunione del 4 novembre in Comune con la sindaca di Isola Capo Rizzuto Maria Grazia Vittimberga, il sindaco di Casabona Francesco Seminario e quello di Scandale Antonio Barberio.

Maggioranza del sindaco Voce sgretolata

L’incontro col Pd tenuto in Comune ha acuito i malumori, tanto che la consigliera Giada Vrenna, eletta con “Crotone Cambia”, poi transitata in Italia Viva (e con simpatie di destra) ha già additato la scelta di candidatura di Voce come un vero e proprio «tradimento della natura civica di un progetto che la città ha premiato» perchè «decisa con pochi consiglieri ed il Pd, proprio quel partito che abbiamo sempre avversato» .
I tre consiglieri di “Tesoro Calabria” Anna Maria Cantafora, Vincenzo Familiari e Salvo Riga hanno anche loro risposto picche, dichiarando: «Non possiamo che prendere le distanze da questo percorso, che mette in pericolo la genuinità di un progetto politico che ha avuto la sua forza propulsiva grazie alla partecipazione attiva di semplici cittadini che altro non vogliono che il bene della città di Crotone».

Traballante è la posizione dell’altra consigliera di Tesoro Calabria, Ginetta Tallarico. Scontata la distanza dei consiglieri di “Città Libera” Fabrizio Meo e Carmen Giancotti, dati, ormai, in avvicinamento a Fratelli D’Italia e di Antonella Passalacqua di “Crotone Cambia”, in dubbio Domenico Ceraudo della stessa lista (vicino al citato Meo).
Insomma, tenuto conto che le elezioni provinciali sono di “secondo livello”, ossia che occorre essere votati da consiglieri comunali e sindaci ed il voto è “ponderato”, ossia gli amministratori dei Comuni più grossi hanno un voto che “pesa” di più, Crotone sarà senz’altro l’epicentro della competizione elettorale che vede la strada di Voce in salita.

A destra si sfregano le mani, ma non troppo

È ormai praticamente ufficiale la candidatura per il centrodestra (Fdi, Fi e Lega) del sindaco di Cirò Marina Sergio Ferrari, che è a guida di una giunta di centrodestra. Il placet è arrivato dal coordinatore provinciale di Forza Italia e deputato Sergio Torromino. Una candidatura nata su base territoriale e col sostegno di molti sindaci e amministratori anche civici “di area”. Una proposta di campo largo che ha attecchito in molte amministrazioni storicamente di sinistra e che permette a Ferrari di giocarsi bene la partita.

Il cruccio principale, però, che potrebbe essere determinante (e che ha accomunato anche le liti interne al Pd fino alle scorse comunali) è: "Enzo Sculco si o Enzo Sculco no?”. il padre della ex Consigliera dei Democratici e Progressisti è il responsabile organizzativo regionale dell’Udc, quindi, il tentativo di esautorarlo dai giochi per le provinciali potrebbe avere ricadute di più alto livello politico-istituzionale, tenuto conto che i rappresentanti dello scudocrociato sono già stati “accantonati” nella composizione della Giunta regionale.

M5S in imbarazzo per le provinciali di Crotone

Nonostante il tentativo di collocamento stabile del M5S nel campo progressista, con il presidente Giuseppe Conte che sottolinea come principio cardine, «mai con la destra», proprio a Cirò Marina l’affaire provinciali può causare certamente più di qualche imbarazzo.
Nella giunta del candidato di centrodestra alle elezioni provinciali Sergio Ferrari è presente come assessore alle politiche giovanili e allo sport, l’esponente del M5S (vicino alla deputata Elisa Scutellà) Ferdinando Alfì, tra l’altro cugino (e collega di lavoro) del referente cittadino dei pentastellati Marco Martino, grande sponsor (e probabile membro del suo staff) del consigliere regionale Francesco Afflitto. Una permanenza in giunta che farà discutere ed un sostegno alle elezioni provinciali ancora tutto da dichiarare.