Lite via social tra il consigliere regionale e il capogruppo Pd in consiglio comunale che si attaccano a colpi di post. La bagarre in prospettiva delle elezioni
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«Prendo solo la parte politica del ragionamento del capogruppo Cennamo ed evito di scendere allo stesso livello di volgarità di qualche suo omonimo anche perché parlano da sole le nostre storie personali». È un Giuseppe Aieta amareggiato, stanco, quello che poco fa ha replicato all'ennesima accusa da parte di coloro che per anni sono stati al suo fianco, anche come compagni di partito, e che invece recentemente hanno contribuito a una frattura che appare ormai insanabile.
Il post accusatorio di Ermanno Cennamo
Stavolta l'attacco è diretto e arriva, solo qualche ora prima, da Ermanno Cennamo, capogruppo del Pd, lo stesso partito di Aieta. «Francamente mi ha sorpreso la capacità di Aieta di cambiare le carte in tavola e di trasformare le menzogne in verità - esordice Cennamo -. Il paradosso, di cui parla Aieta, non è il Pd, ma è proprio il suo modo di rapportarsi col Pd, che dal 2015 ad oggi è stato caratterizzato da una precisa, costante: denigrare il partito, sostenere le posizioni altrui, apprezzare tutto ciò che va contro lo spirito di squadra e la collaborazione con il gruppo dirigente. È noto a tutti che nel 2015 Aieta si è schierato contro la lista del Pd e ha sostenuto la lista guidata da Angelo Aita».
Poi aggiunge: «Il paradosso di tutta questa vicenda è stato proprio Giuseppe Aieta, che è riuscito a vanificare lo sforzo del Pd di costruire un nuovo percorso politico, facendolo naufragare con una improvvisa e strumentale trovata, costituita dal veto ad Area democratica. È sorprendente che Aieta ha dimenticato che Area democratica faceva parte della maggioranza che ha eletto Angelo Aita». Poi la stoccata finale: «Farebbe bene Aieta a smetterla di denigrare il suo partito se vuole recuperare credibilità e prestigio. Se continua così farebbe meglio a compiere scelte autonome, solitarie, autoreferenziali. In tal caso coerenza vuole che vada la dove lo porta il cuore».
La replica di Giuseppe Aieta
«Mi inviti a seguire le ragioni del cuore per compiere le mie scelte: io sto con Aita, come tu mi contesti, perché Aita è il Sindaco della mia città e perché stimo le sue qualità morali e amministrative». Non ha dubbi il consigliere regionale del Pd da che parte stare. «Io sto con Aita perché Aita è stato sempre con me – ma anche con te e tutti i nostri colleghi - nella costruzione di un progetto di città nuova. E speravo che potessimo stare di nuovo tutti insieme. Ci avevo quasi creduto. Il tempo, si sa, è galantuomo, e le scelte di oggi potrebbero essere causa di danni incalcolabili domani».
Le origini della crisi politica
Le polemiche di queste settimane hanno aperto una grave crisi politica che si è temuto potesse mandare all'aria persino l'amministrazione comunale. Quello che è successo lo racconta lo stesso Aieta nei dettagli: «Dopo 10 anni di vita amministrativa trascorsa insieme, il rischio di una frattura all’interno della coalizione che aveva governato Cetraro era forte perché legittime erano le aspettative dei singoli, nel caso specifico, Ermanno Cennamo ed Angelo Aita, attuale Sindaco. È ovvio che di fronte a questo quadro le divisioni che si affacciavano durante le trattative politiche che dovevano portare all’individuazione del futuro Sindaco nel 2015 mi spinsero a tentare una mediazione». Ma niente da fare: «Le posizioni erano cristallizzate e nessuno cedeva perché oramai si erano formate le coalizioni che spingevano i due ad andare avanti».
Arriviamo ad oggi: «Cennamo mi contesta il fatto che in questi 3 anni io abbia curato i rapporti tra il sindaco Aita e la Regione Calabria. Per la mia concezione politica avrei fatto la stessa cosa anche con un sindaco avversario perché per me viene sempre prima la città. Sempre! Soprattutto quando a quella città hai dedicato i migliori anni della tua vita».
La bagarre nasce in prospettiva delle elezioni regionali, dove Aieta sarà protagonista a sostegno di Oliverio. «Il paradosso, dunque, c’è e sta tutto nelle scelta politica compiuta dal Pp tanto da essere diventato un caso regionale», insiste Aieta, che poi prova a spiegare anche le decisioni che hanno portato ai recenti cambianti amministrativi: «Il sindaco Aita azzera la Giunta per favorire il dialogo col Pd; il Pd all’incontro col sindaco stila un documento nel quale avvia il dialogo sui problemi della città pretendendo un confine preciso che è il quadro di centrosinistra e il sostegno a Mario Oliverio; si apre la trattativa ed Area Democratica, con coerenza e nettezza, manifesta l’appartenenza al centrodestra; il sindaco e la sua maggioranza si dicono tutti del centrosinistra manifestando il sostegno a Mario Oliverio».
Ma non è bastato a ricucire i rapporti: «E il Pd che fa? Rompe con la maggioranza di centrosinistra pronta a sostenere Mario Oliverio e segue Area democratica che ha manifestato – lo ripeto – con chiarezza e nettezza, la propria appartenenza al centrodestra, quindi contro Mario Oliverio», conclude Aieta.