Conte si è dimesso, ma il dibattito al Senato continua, anche se non ci sarà un voto finale vista la decisione del presidente del Consiglio uscente di salire al Colle. Dopo Matteo Salvini, a prendere la parola è stato l’ex premier Matteo Renzi. Proprio colui che ha trovato la via di tornare protagonista della politica italiana con l’apertura a un possibile nuovo governo targato Pd e Cinque Stelle. L’incipit è al vetriolo. «Questo è il Parlamento non è il Papeete – ha detto Renzi -. Più che un colpo di Stato questo sembra un colpo di sole. In questo Paese non si è mai aperta una crisi in questo periodo perché esistono scadenze economiche precise e non si può scherzare con la vita degli italiani. Questo governo – ha detto ancora l’ex premier rivolgendosi a Salvini - chiude anche per responsabilità vostre. Lei può vincere la sua sfida e portare il popolo al voto per ottenere i pieni poteri e magari uscire dall’euro e entrare nel rublo. Oppure perderà e quelli che adesso la osannano spariranno, io lo so bene. In ogni caso faccia chiarezza sulla questione della Russia e se ritiene quereli Savoini. Una cosa la dico anche ai Cinquestelle: io non so se nel futuro voteremo insieme un altro governo. Di sicuro io non ne farei parte. Prima delle ripicche e dell’odio viene l’interesse del Paese. Davanti alla crisi attuale, alla possibile regressione daremo il nostro contributo per il bene delle Istituzioni e per fare in modo che la crisi non venga pagata dai cittadini e dai consumatori». Ufficiale dunque l’apertura di Renzi a un nuovo esecutivo con i Cinquestelle.

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